24/11/2006 ore: 10:20
"Finanziaria" Il decreto fiscale passa, senza fiducia
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Pagina 3 - Economia/Oggi SPALLATA - ?? solarmente evidente che oggi l’Unione e il governo registrano qui in Senato un grande risultato politico, il pi? significativo da inizio legislatura?. Sono da poco passate le 13 di ieri quando Anna Finocchiaro inizia con queste parole la sua dichiarazione di voto sul decreto fiscale. Sono appena passati due giorni di votazioni a volte sul filo di lana, emendamento su emendamento, ordine del giorno su ordine del giorno. Solo ieri mattina, 27 emendamenti dell’opposizione vengono ?stoppati?, poi vengono esaminati 4 ordini del giorno. L’altro ieri le votazioni erano state 51, con un’ora di ostruzionismo (e nervosismo) sul ponte di Messina. La capogruppo dell’Ulivo parla di fronte all’ala destra dell’emiciclo che non ha pi? nulla da contrapporre che il suo continuo brusio, il chiacchiericcio che a volte supera la stessa voce della Finocchiaro. Di l? a pochi minuti c’? il voto finale sull’intero provvedimeto. Sul circuito elettronico il risultato: 162 s? contro i 155 no dell’opposizione. Stavolta ? l’ala sinistra dell’emiciclo a rumoreggiare: un boato con senatori che alzano le braccia in cielo in segno di vittoria (Enrico Morando) ed altri che applaudono. Tutti attorno a lei, la capogruppo, ormai trasformata in ?donna coraggio? del centro-sinistra, che ha sfidato (e seppellito) con il voto la fantomatica spallata evocata dal centrodestra. Lei, dal canto suo, li aveva gi? ringraziati uno ad uno i senatori di maggioranza. ?Abbiamo scelto la strada pi? difficile e rischiosa - aveva detto nella sua dichiarazione in Aula - Non ? stato affatto facile. Si immagini cosa vuol dire tacere per 158 dirigenti politici (la maggioranza ha trasformato tutti i suoi emendamenti in ordini del giorno, ndr)?. Pi? tardi filtrano i rallegramenti e i ringraziamenti di Romano Prodi in consiglio dei ministri. Il via libera al decreto nei tempi stabiliti e senza fiducia, d? certezze sull’iter deklla Finanziaria. Quel decreto infatti, cone le misure di lotta all’evasione (come le norme sullo scontrino), le nuove imposte (successione, bollo) ed altre misure, assicura 6,7 miliardi di euro alla manovra: era assolutamente necessario approvarlo prima della Finanziaria. Anche Piero Fassino si congratula con i senatori e avverte Renato Schifani (FI): ?La destra rifletta su quanto sia preferibile accettare il confronto, piuttosto che puntare a inutili spallate. Cos? come appaiono ancor pi? avvilenti le espressioni aggressive rivolte dalla destra ai senatori a vita, a cui va la nostra solidariet?. Non manca la controreplica del capogruppo forzista: ?Fassino spregiudicato, centro-sinistra arrogante?. Il portavoce del leader della quercia invita Schifani ancora a riflettere. Schermaglie politiche. La sostanza ? che anche stavolta (come mercoled?) il voto dei senatori a vita non ? stato determinante. Nel voto finale il distacco infatti ? stato di 7 voti (in quelli precedenti ? arrivato anche a 40, con l’opposizione ormai sfaldata). Ma i senatori a vita che si sono schierati per la maggioranza erano 5 (Cossiga, Colombo, Montalcini, Scalfaro e Ciampi). Non si esprime Giulio Andreotti (che prima aveva votato per la destra), mentre ? assente Sergio Pininfarina. Anche senza di loro l’Unione ce l’avrebbe fatta. I due senatori indipendenti si sono divisi sui due schieramenti: Sergio De Gregorio ha votato per la destra, Luigi Pallaro per il centro-sinistra. Due gli assenti nella casa delle Libert?: Gianfranco Rotondi (Dc) e Antonio D’Al? di Forza Itali. Due i senatori che sbagliano a votare: uno della destra, l’altro della sinistra (Poli, Udc, e D’Amico, Margherita), che quindi si annullano a vicenda. Dopo il voto esulta la maggioranza. ?Quella di oggi ?? una sconfitta per Berlusconi - commenta Giovanni Russo Spena (Rc) - . Una sconfitta per tutti coloro che volevano dare una spallata al Senato?. Luigi Zanda (Margherita) parla di ?buona salute dell’Unione in Senato?, mentre Natale Ripamonti (Verdi) sototlinea la ?vittoria politica? della maggioranza. Ma per ora si ? alla prima battaglia. All’orizzonte c’? la manovra, con i suoi oltre 200 commi. Qualcuno alla buvette pensa di replicare il successo gi? ottenuto con il decreto. Ma subito c’? la frenata. con la Finanziaria non si scherza. De Gregorio gi? affila le armi, mentre i sindaci chiedono nuove modifiche.
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