"Buongiorno" Per chi suona il mandolino
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Buongiorno
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di Massimo Gramellini
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Per chi suona il mandolino 6 novembre 2001
C’è chi ha già gridato allo scandalo. L’Italia spedisce le sue truppe in Afghanistan accanto agli angloamericani e intanto loro, gli angloamericani medesimi, ritraggono i nostri soldati come macchiette che durante le marce cantano le romanze di Puccini e fanno i cascamorti con le ragazze, perpetuando lo stereotipo dell’italiano spaghetti & mandolino. E proprio «Il mandolino del capitano Corelli» è il titolo del polpettone romantico scritto da un inglese e ambientato nella Cefalonia occupata benevolmente dagli italiani, fino all’eccidio nazista che ne seguì. Il libro ha venduto in Gran Bretagna quasi come la saga di Harry Potter e sulla sua scia è nato il film con Nicolas Cage e Penelope Cruz che da venerdì arriverà nelle nostre sale per ricordarci come ci vedono nelle capitali dell’Impero.
Ognuno è libero di sentirsene offeso. Personalmente mi avvilisce di più che una pagina importante della memoria nazionale, per Ciampi l’inizio della Resistenza, abbia ispirato scrittori e registi anglofoni anziché quelli nostrani, troppo impegnati a contemplarsi l’ombelico e a lamentarsi in qualche convegno sulla morte del romanzo o la grave malattia del cinema. Se certe fantasie schierate preferiscono ignorare le proprie radici, magari perché un massacro di soldati fedeli allo Stato è meno appetibile di uno di partigiani comunisti, rassegniamoci all’idea che la nostra storia ci venga raccontata, malamente, dai colonizzatori.
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