28/10/2005 ore: 10:21
"Bolkestein" Il caso Laval «divide» l'Italia
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ITALIA LAVORO - Pagina 22 Il caso Laval «divide» l'Italia Lina Palmerini Questa è la scena in cui si muove il centro-sinistra. Divisioni "nostrane" e divisioni europee. Una doppia sfida per Romano Prodi che si gioca in casa - nella ricerca di una mediazione con Rifondazione - e fuori dai confini dove le ambiguità non sono ammesse. Ieri il segretario dei Ds, Piero Fassino, è volato a Londra per partecipare al vertice del Pse con Tony Blair. Un appuntamento che arriva alla vigilia di un più importante vertice ue: quello di oggi ad Hampton Court sulla modernizzazione del sistema socio-economico europeo di fronte alle sfide della globalizzazione. Un tema su cui nè Piero Fassino - oggi con Blair - nè Romano Prodi sono ancora in grado di rappresentare la posizione unitaria del centro-sinistra. La mediazione si sta cercando. E una strada si intravvede già nelle parole di Massimo D'Alema che ieri, da Strasburgo, ha commentato la posizione di Tony Blair sulla direttiva Bolkestein. «È una parte necessaria per completare il mercato unico ed è importante per l'Europa», ha detto il premier inglese ma D'Alema prova a dividere in due il problema: «Noi siamo per il completamento del mercato unico e per la libera circolazione dei servizi ma - ha detto il presidente Ds - abbiamo una riserva sul meccanismo del Paese d'origine, perchè determina una forma di dumping sociale». Insomma, la mediazione che si profila nell'Unione è quella di "rinnegare" la direttiva nella parte sui diritti dei lavoratori e concentrarsi sulla liberalizzazione dei servizi e degli ordini professionali. «Ma è una posizione che sta già emergendo in Europa, a prescindere dalle nostre divisioni. È infatti in corso tra i gruppi parlamentari a Strasburgo un lavoro per integrare quella parte della direttiva inserendo il rispetto dei minimi salariali dei Paesi in cui le imprese - soprattutto quelle di subappalto - prestano la propria opera», spiega Enrico Letta, europarlamentare della Margherita che ha assistito in diretta al dibattito europeo dei giorni scorsi a Strasburgo. Ma se Rifondazione punta a far saltare la direttiva in nome dei diritti, Enrico Letta avverte «Bisogna de-ideologizzare la direttiva che ha un'altro bersaglio. La vera sostanza è, infatti, la liberalizzazione dei servizi e degli ordini professionali. Se la direttiva dovesse saltare perderemmo una grande occasione per rendere più aperto il mercato europeo ed italiano». A sentire Rifondazione, non è proprio così. «Se viene cancellata la parte che riguarda i diritti dei lavoratori, il resto va bene. A noi le corporazioni non piacciono. Ma mi chiedo: senza la parte sul lavoro, la direttiva sopravviverà?», replica Alfonso Gianni di Rifondazione. Detto questo, per l'esponente del partito di Bertinotti, l'intesa nel centro-sinistra è possibile. «Sto lavorando al programma di Romano Prodi, nella parte dedicata al lavoro. E siamo vicini a un'intesa: la priorità è respingere la precarizzazione». |