1/12/2006 ore: 12:06

"Analisi" Se il trionfo del leader diventa un boomerang (M.Franco)

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    venerd? 1 dicembre 2006


    Pagina 15 - Primo Piano
      LA NOTA
        Se il trionfo del leader
        diventa un boomerang
          di Massimo Franco
            Silvio Berlusconi sostiene che ?il governo non potr? far finta di niente?. Addita la manifestazione romana di domani a San Giovanni come ?un grido di libert? contro la finanziaria di Romano Prodi. Ma sa bene che le sue sono parole in qualche misura dovute, da comunicare ad una ?piazza? che ha bisogno di essere riempita e scaldata. Dirigenti di FI anche di primo piano hanno ammesso che non sar? la protesta del 2 dicembre ad affondare la maggioranza dell'Unione. Il vero scopo dell'iniziativa si sta confermando quello di puntellare la leadership berlusconiana e di accreditare un Paese in rivolta contro palazzo Chigi e l'Unione.

            ? una scommessa in apparenza gi? vinta. Il malore, il ricovero in ospedale e la ripresa-lampo hanno avvolto l'ex premier in un alone che i sostenitori definiscono eroico. E la giornata di domani promette di essere un'apoteosi, nella quale alleati come Gianfranco Fini e Umberto Bossi finiranno per apparire figure aggiuntive. L'acquisto di bandiere dell'Udc da sventolare nella piazza, seppure smentita con qualche imbarazzo da FI, ? rivelatore. Al di l? della reazione infuriata di Casini e Cesa, che manifesteranno da soli a Palermo, l'episodio conferma una sensazione: per Berlusconi, la Cdl ?deve? esistere.

            Per lui non pu? che essere cos?, sebbene i centristi abbiano mandato la disdetta dopo le ultime elezioni. Ai suoi pretoriani, il centrodestra appare un elettorato pi? che un insieme di forze politiche: al punto da considerare i partiti alleati soltanto varianti di un berlusconismo pronto ad inglobarli. Quando esponenti di FI dichiarano di conoscere la posizione dell'Udc, ?ma poi ci sono le persone?, evocano una frattura fra Casini e chi vota per lui. E lasciano capire che nella scelta fra l'appartenenza partitica e quella al berlusconismo, prevale la seconda.

            ? una visione che prefigura una sorta di armonia d'autorit?. Ed ? funzionale ad una leadership scalfita dalla sconfitta di aprile e dalla mancata spallata contro il governo Prodi; ma legittimata dalla consistenza di FI, e dal fatto che ?a parte Silvio, nessuno pu? tenere insieme partiti cos? differenti? avverte il capo della Lega, Bossi. Rimane il problema di evitare che il monumento della piazza al Cavaliere si trasformi nella sua imbalsamazione; e che ?il grido di libert? contro Prodi diventi un'altra illusione di forza, e un atto collettivo di nostalgia. Il centrodestra non ? pi? quello di governo. E sembra soffrire molto i rigori dell'opposizione.

            Eppure, la partecipazione si preannuncia massiccia. C'? chi accusa i ferrovieri di scioperare sabato per boicottare l'iniziativa: salvo sentirsi rispondere che lo sciopero ? stato reso noto cinquanta giorni fa. Ma, sbavature a parte, le premesse sono quelle di una manifestazione popolare. Lo intuisce anche Pier Ferdinando Casini, il grande assente, teorico di una protesta meno muscolare; e soprattutto contestatore del primato berlusconiano. Per questo saluta chi scender? in piazza a Roma. Per?, aggiunge, non ? gente che ?si convince con gli stessi slogan che sentiamo da 12 anni?. E punta il dito su alleati accusati di usare ?l'inganno? e di riempire con la folla il proprio vuoto strategico. Fini insiste che ?la Cdl ? unita? perch? vuole la caduta di Prodi. Eppure, ormai qualcuno nutre dubbi perfino su questo.