10/4/2020 ore: 14:56

Covid-19 e ipotesi riapertura librerie: tempi troppo rapidi e non ci sono ancora le condizioni

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In queste ore alcune anticipazioni di stampa evidenziano la possibilità, nell’ambito del nuovo DPCM in uscita nelle prossime ore, di un parziale riapertura delle attività commerciali, in particolare le librerie e le cartolibrerie. Viene definita una riapertura simbolica, un segnale al paese di ritorno alla vita. Bene, tutto molto bello se non fosse che le librerie non sono un simbolo ma un luogo fisico, in cui operano lavoratrici e lavoratori, in cui sostano i clienti. Spesso ubicate in centri storici o centri commerciali le librerie non sono negozi di prossimità in cui andare facendo poche centinaia di metri a piedi. Negozi diversi dagli altri, sicuramente. Negozi in cui indugiare a scegliere il proprio libro preferito, guardare una novità editoriale, ma anche arrivare alla cassa avendo acquistato altri prodotti, dagli accessori alla cartoleria. Saremmo tutti felici di poterci tornare e i librai sarebbero felicissimi di tornare al proprio lavoro. Ma è questo il momento? Ci sono le condizioni per riaprire? Quante contraddizioni in questa retorica a cui dobbiamo invece legare altre considerazioni: Come si sanificheranno gli ambienti? In che modo le persone potranno arrivare nelle librerie? Si sposteranno raggiungendo il centro città? Ma allora ci si può tornare a muovere nelle nostre città? E poi, giunti alle librerie come ne entreranno: uno alla volta con guanti e mascherine in maniera contingentata? E quanto potranno sostare all’interno della libreria: pochissimi minuti. Il tempo necessario a prendere il proprio libro, una penna, un quaderno, un nuovo videogiochi? E noi esporremmo i lavoratori e la comunità al rischio per un acquisto frettoloso, fatto in precarie condizioni igieniche (rammentiamo quanto i libri producano in termini di polvere e germi), che non nutre nessuna anima in una fase dove tutti, dai giovani studenti ai lavoratori stanno operando davanti a PC, Tablet. Inutile impedire di correre a un parco, di fare la scampagnata di Pasqua se poi si permette di circolare per la città consegnando una occasione in più per uscire e muoversi per raggiungere la propria libreria preferita. Troppe incognite, troppi problemi, troppo alto il rischio. Diciamo no a un provvedimento retorico, inutile e dannoso per la salute delle persone e dei lavoratori. No! Non è ancora il momento. Lo vorremmo ma non lo è.