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LAVORO A CHIAMATA: LA COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA STRAVOLGE L’ACCORDO SUL WELFARE E NON RISPETTA IL VOTO DEI LAVORATORI

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23 novembre 2007

LAVORO A CHIAMATA: LA COMMISSIONE LAVORO DELLA CAMERA STRAVOLGE L’ACCORDO SUL WELFARE E NON RISPETTA IL VOTO DEI LAVORATORI

Un emendamento che reintroduce nel settore del Turismo e dello spettacolo il contratto a chiamata a tempo indeterminato, sia pure temperato dal rinvio alla contrattazione, è stato votato in Parlamento.
La segreteria della Filcams invita le strutture territoriali a prendere posizione contro quest'emendamento.
Questa la risoluzione della Filcams di Modena.


«La Commissione lavoro della Camera dei Deputati ha approvato, col voto congiunto di parte della maggioranza e della Casa delle libertà, il testo del Decreto Legge sul Welfare che dovrebbe tradurre in legge il contenuto del Protocollo del 23 luglio 2007.

«Oltre l’80% di lavoratori e pensionati consultati a Modena ed in Italia e circa il 90% delle lavoratrici e lavoratori del terziario hanno approvato quel Protocollo per i miglioramenti rispetto agli ammortizzatori sociali e per gli interventi sulla precarietà.

«È quindi con sconcerto ed incredulità che apprendiamo che nel testo uscito dalla commissione Lavoro del Camera viene reintrodotto il lavoro a chiamata, limitatamente al Turismo e Spettacolo.

«Sul superamento di questa tipologia lavorativa tutti i firmatari del Protocollo erano in accordo sin dall’inizio del confronto.

«Peraltro non può essere definita neppure una limitazione, in quanto la quasi totalità dei lavoratori a chiamata viene impiegata proprio nel settore turismo (bar, alberghi, ristoranti, mense).

«Inoltre alle anime belle che difendono il lavoro a chiamata quale alternativa al lavoro nero va detto, sempre che già non lo sappiano, che il lavoro a chiamata è semplicemente lavoro nero legalizzato.

«In realtà si tratta di lavoratori occupati l’intera settimana in alberghi, ristoranti e negozi, dei quali si finge l’impiego in una sola giornata, corrispondendo in nero la retribuzione eccedente.

«Ciò accade anche quando si teme una visita ispettiva, giungendo a casi nei quali il lavoratore risulta occupato un giorno al mese per 4 ore, pur prestando la propria opera costantemente nella settimana.

«Cinque milioni e mezzo di lavoratori e pensionati hanno approvato il Protocollo sul Welfare in assemblee partecipate e tese, sulle quali aleggiava però il fantasma dell’antipolitica, col rigetto di una classe politica strapagata, autoreferenziale e avulsa dai veri problemi del Paese.

«Ora apprendiamo che la lobby di Confcommercio, molto attiva in questa fase rispetto al quadro politico, è riuscita a condizionare l’esito del voto in Commissione. Questo nonostante Confcommercio non sia tra i firmatari del Protocollo del 23 luglio, i cui contenuti avversa al punto di interrompere, con questo motivo, le trattative per il rinnovo del Contratto del Commercio.

«Evidentemente la lobby di Confcommercio conta molto di più di cinque milioni e mezzo di lavoratori.»