18/3/2022 ore: 14:19

La grande crisi degli alberghi della Capitale

Presidio unitario al Mise per dare visibilità a una vertenza che non è solo romana

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Una crisi senza precedenti. È quella che sta investendo le strutture alberghiere della Capitale, ma che ha fatto la sua comparsa, secondo copioni simili, anche in altre regioni. Una gestione libertaria e indiscriminata innescata dalla sospensione del blocco dei licenziamenti.

A Roma si è chiuso con un mancato accordo uno dei quattro tavoli aperti, quello dell’Hotel Cicerone con i suoi 41 licenziamenti: un esito recepito duramente dalla Regione Lazio, che aveva invitato l’azienda a valutare strumenti conservativi per salvaguardare i livelli occupazionali, inutilmente.

La prossima settimana si chiuderà invece la fase amministrativa per Sheraton e Majestic e quella sindacale per l’Ambasciatori.

Il 16 marzo si è tenuto il presidio unitario delle categorie sotto il Ministero dello Sviluppo Economico, “con l’obiettivo di dare visibilità alla vertenza romana, ma gettare anche luce più in generale su quanto sta accadendo a livello nazionale, costruendo un tavolo di crisi che valica i confini della Capitale” spiega Alessandro Russo, segretario Filcams Cgil Roma e Lazio.

Dall’incontro è arrivata comunque una notizia positiva, quella della pubblicazione del decreto ministeriale in attuazione della riforma degli ammortizzatori sociali. “Chiedevamo di sospendere le procedure in corso e di valutare gli strumenti forniti dalla riforma degli ammortizzatori sociali, soprattutto in merito alla gestione delle transizioni occupazionali – spiega Russo – ma le aziende hanno replicato che si trattava di strumenti fumosi e che non c’erano ancora i decreti attuativi. Il fatto che adesso il decreto che applica la riforma sia stato pubblicato è indubbiamente un passo avanti”.

La Regione Lazio aveva già messo a disposizione degli ammortizzatori per evitare di chiudere, ma le aziende hanno scelto di andare avanti comunque. “La cosa paradossale – aggiunge Russo – è che anche di fronte alla possibilità di utilizzare gli ammortizzatori messi a disposizione per evitare la crisi le aziende hanno opposto un rifiuto. E sono tutte strutture che tra un anno lavoreranno a regime”.

Nel frattempo il modus operandi dei grandi alberghi ha iniziato a diffondersi anche tra le piccole strutture del comparto. Se ne contano già un paio a Roma, una sta licenziando per ristrutturazione mentre un altro piccolo albergo sta mandando a casa tutto il personale per chiudere i battenti. “lo schema si consolida in strutture con meno di 15 dipendenti - dice Russo – che quindi non sono neanche soggette alle procedure amministrative”.

“La cosa positiva è che mercoledì il Ministero ci ha detto che l'alibi che le aziende utilizzavano in merito alla riforma degli ammortizzatori sociali decade – sottolinea Russo - perché in realtà la riforma è operativa, l’integrato è uscito, e quindi non si tratta più di una eventualità incerta, come ribattevano dieci giorni fa”. 

Le organizzazioni sindacali intervenute al Mise hanno ribadito la richiesta di prorogare il blocco dei licenziamenti e degli ammortizzatori sociali in deroga, la necessità di politiche attive del lavoro, l’apertura di tavoli con le istituzioni “per avviare confronti sull’utilizzo dei fondi del PNRR e tutti i percorsi utili che possano evitare l’esplosione di una bolla sociale con migliaia di licenziamenti indiscriminati”.

La mobilitazione per salvare il Turismo e tutelare le sue lavoratrici e i suoi lavoratori andrà avanti, fino a quando i loro diritti non verranno riconosciuti e garantiti.