Il tour del #TurismoSottoSopra fa tappa a Pineto, nell'area protetta del Cerrano
Il confronto sulla costa abruzzese
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La campagna Filcams Cgil "Mettiamo il Turismo SottoSopra" per un turismo più responsabile e sostenibile - dal punto di vista occupazionale, economico-sociale e ambientale - ha toccato ieri Pineto, sulla costa abruzzese, in provincia di Teramo. Uno degli stabilimenti balneari nel cuore dell'Area marina protetta Torre del Cerrano ha ospitato la tavola rotonda organizzata dal sindacato per affrontare il tema del lavoro nel settore turistico, insieme a rappresentanti delle istituzioni, lavoratori e studenti.
L'incontro, salutato dal sindaco di Pineto, Robert Verrocchio, è stato introdotto da Vincenzo Quaranta, della Filcams Cgil Abruzzo Molise, che ha parlato delle potenzialità del territorio abruzzese e molisano, con una vocazione turistica che dovrebbe essere valorizzata dalle istituzioni: un territorio che, grazie alle risorse paesaggistiche, al patrimonio artistico e culturale e ai suoi borghi avrebbe le carte in regola per fare del turismo un'industria operativa in tutto l'arco dell'anno e non solo nella stagione estiva. Quaranta si è soffermato poi sulle condizioni di lavoro nel settore e le irregolarità che lo caratterizzano, che sono alla radice dell'allontanamento delle nuove generazioni dal lavoro stagionale. Come ha confermato la testimonianza di El Mehdi Bakyou, studente lavoratore, che ha portato l'attenzione sulla difficoltà di conciliare lo studio con un lavoro stagionale che chiede moltissimo e non offre abbastanza in cambio.
È stata poi la volta di Fabiano Aretusi, presidente dell'Area marina protetta di Torre del Cerrano, impegnato da anni in un programma di tutela dell'ambiente che si è valso di un confronto costruttivo tra tutti gli operatori dei diversi settori attivi nel territorio, coinvolti insieme in corsi di formazione che hanno favorito una proficua sinergia tra le parti, come dimostra la gestione dell'area protetta del Cerrano, gioiello della costa teramana.
Pierluigi Marini, coordinatore dell'Udu - Unione degli studenti universitari - di Teramo ha spiegato che gli studenti lavorano in estate per contribuire alle spese che le famiglie sostengono proprio per farli studiare. "Datori di lavoro, venite a conoscerci, per vedere quanto siamo disposti a lavorare e a metterci in gioco" è stato l'invito che Pierluigi ha rivolto agli imprenditori. Il futuro è incerto, ha aggiunto, "noi chiediamo solo delle possibilità".
Stefano Landi, presidente di SL&A Turismo e Territorio, ha fornito quindi dati aggiornati sui movimenti del turismo, soffermandosi sulle caratteristiche e le criticità del territorio. "La situazione dell'Abruzzo e del Molise non è rosea - ha spiegato Landi - perché l'occupazione della ricettività è molto bassa, la metà della media italiana. Stessa cosa avviene per l'export turistico, fermo tra l'8 e il 13% mentre in Italia supera il 50%. Ne consegue anche che l'occupazione nel turismo pesi la metà che nelle regioni di punta, e che il lavoro a tempo indeterminato sia fermo all'8% contro una media nazionale del 12 e un valore massimo del 16: il doppio".
"Sul turismo dobbiamo lavorare in attacco e puntare alla promozione", ha ammesso l'assessore alle Attività produttive della regione Abruzzo, Daniele D'Amario, riconoscendo al territorio una prevalente vocazione industriale. Ma "le prospettive del turismo in Abruzzo sono rosee - ha aggiunto l'assessore - per quanto il core business sia ancora il turismo balneare, i numeri parlano di crescita anche per quanto riguarda il turismo sostenibile - i nostri borghi, le montagne, i cammini, il cicloturismo e l'enogastronomia".
Emanuela Loretone, Filcams Cgil nazionale, ha ricordato che mentre la stagione turistica raggiunge numeri record i sei contratti del settore turistico sono tutti scaduti, alcuni ormai da cinque anni, e il rinnovo appare ancora lontano. Si tratta di un settore ancora segnato da sfruttamento, precarietà, irregolarità e basse retribuzioni. "Ci troviamo in uno stabilimento balneare, quella del bagnino è una delle figure professionali delle quali si lamenta la mancanza, che si attribuisce alla poca voglia di stare tante ore sotto il sole. Ma la professione del bagnino - ha precisato Loretone - richiede una preparazione e un brevetto e non comporta più soltanto la sorveglianza della spiaggia e dei bagnanti, ma anche altre mansioni come preparare il lido e fare le pulizie a fine giornata. Il lavoro è aumentato, ma la retribuzione è rimasta la stessa". Non si comprende ancora che la qualità dell'offerta turistica è strettamente legata alla qualità del lavoro che la produce e il settore continua ad essere luogo di contratti troppo brevi, di part time involontari, di voucher e lavoro sommerso, mentre allo stesso tempo si pretendono alta professionalità e dedizione. "Ma non dimentichiamo che andare a lavorare significa sia avere dei doveri - ha concluso Loretone - sia rivendicare i propri diritti".