Permangono distanze significative tra le parti nella trattativa che vede Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs cercare un accordo con la direzione di Coop Alleanza 3.0 per la sottoscrizione del contratto integrativo aziendale.

Le posizioni espresse dalla parte datoriale, oltre a non tenere in alcuna considerazione le richieste sindacali contenute nella piattaforma unitaria, tendono essenzialmente a deregolamentare l’organizzazione del lavoro e a segnare un passo indietro sul fronte economico, rispetto a quanto sottoscritto in passato da Adriatica, Estense e Nordest.

La realizzazione degli obiettivi di Coop Alleanza 3.0 - riduzione della programmazione dei turni, incremento degli spezzati, orari sempre più flessibili, richiesta di una sempre maggiore disponibilità a coprire turni domenicali e festivi – porterebbe a una drastica perdita di qualità delle condizioni lavorative e inciderebbe negativamente sulla vita privata di lavoratrici e lavoratori.

Anche l’idea di prevedere delle “compensazioni” per cambiare la natura di voce retributiva fissa al Premio aziendale ed escluderlo per i futuri assunti, come il proposito di abbassare i costi del lavoro domenicale e festivo, porterebbero a un complessivo decremento retributivo per i dipendenti della Cooperativa. 

A questo quadro si aggiunge poi la volontà dell’azienda di vincolare l’erogazione di una parte cospicua del premio aziendale variabile per ciascun lavoratore all’approvazione dei superiori, sulla base di una valutazione individuale dei singoli addetti: gli argomenti posti da Coop Alleanza 3.0 sul tavolo di questo confronto rappresentano, complessivamente, un attacco ai diritti conquistati in decenni di lotte dalle lavoratrici e i lavoratori delle tre cooperative che l’hanno costituita nel 2016. 

Si rende quindi necessario aprire una fase assembleare ad ogni livello, per presentare e discutere con tutti gli addetti di Coop Alleanza 3.0 quanto finora emerso nel corso del confronto negoziale.