27/1/2023 ore: 15:41

Alpitour, con il nuovo accordo lo smart working ha regole stabili e definitive

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Che lo smart working non sarebbe scomparso con lo scemare dell'emergenza sanitaria era chiaro e, per quanto buona parte delle aziende che vi avevano fatto ricorso hanno poi recuperato il precedente assetto lavorativo in presenza, non sono poche quelle che stanno continuando a utilizzare il nuovo strumento rivelato dalla pandemia, anche se in proporzioni diverse e secondo una nuova organizzazione.

L'accordo da poco siglato con Alpitour porta per la prima volta un'organizzazione strutturata e stabile al lavoro agile, che per diverse ragioni né l'azienda né i suoi dipendenti desideravano abbandonare. Potrebbe essere un accordo apripista, che offre un modello di riferimento per la disciplina di una modalità di lavoro che sta cercando una collocazione non emergenziale, ma definitiva nel comparto delle agenzie di viaggio.

"È un accordo che porta ordine nella gestione dei carichi di lavoro e nell'equilibrio dei tempi di vita e lavoro - spiega Stefano Chiaraluce, Filcams Cgil nazionale - configurando un modello di organizzazione strutturale e risolutivo".

Gli accordi raggiunti sono due. Il primo sottrae il lavoro da casa alla sua disposizione sperimentale e non regimentata, stabilendo un sistema partecipato di lavoro in presenza e da remoto secondo una percentuale esatta, vale a dire il 40% dell'orario complessivo mensile.


L'accordo, che riguarda ovviamente le stesse figure professionali già interessate dal lavoro agile e non la totalità dei dipendenti, non prevede variazioni del nastro orario quando il lavoro è svolto da remoto e introduce formalmente lo smart working per i turni serali e della giornata del sabato, che vanno ad aggiungersi al 40% dell'orario settimanale, aumentando di fatto la totalità del lavoro previsto fuori sede.

"Quelle che l'accordo ha formalizzato sono condizioni favorevoli, che lavoratrici e lavoratori auspicavano di vedere confermate dopo la pandemia. Chi in quel periodo ha potuto continuare a lavorare ha scoperto un mondo nuovo, al quale non desiderava rinunciare del tutto", aggiunge Chiaraluce. "Oggi lavoratrici e lavoratori chiedono contratti integrativi che migliorino i livelli salariali e le condizioni di lavoro, e tra queste la possibilità di operare da remoto ha assunto una particolare importanza".

L'accordo con Alpitour struttura questa recente trasformazione dell'organizzazione del lavoro.


"È stata una trattativa lunga - racconta il funzionario Filcams - che si è fatta particolarmente complessa intorno al secondo accordo, che va a disciplinare la necessità di controllo e verifica dell'operato avanzata dall'azienda, mancando l'interazione diretta possibile in presenza".

L'accordo prevede la possibilità per Alpitour di monitorare a distanza il lavoro svolto dai dipendenti fuori dalle sedi aziendali, ma i sindacati hanno ottenuto la limitazione di questa opportunità al 10% del monte ore in lavoro agile, come parte di. un percorso formativo, e soprattutto previsto la possibilità, per lavoratrici e lavoratori, di non accettare l'interferenza nel momento in cui viene annunciata.

"La costruzione di questo accordo - conclude Chiaraluce - apre le porte al rinnovo della contrattazione integrativa, che cominceremo a discutere già dal mese di marzo".