9/10/2008 ore: 17:09

CONTRATTI: COMMERCIO. TIFO DA STADIO PER EPIFANI E MARTINI AD ASSEMBLEA FILCAMS

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9 ottobre 2008


Contratti: Commercio. Tifo da stadio per Epifani e Martini ad Assemblea Filcams

Dai lavoratori “No ad accordo separato”.

Ora sciopero e manifestazione nazionale a Roma.


(U.S.Cgil) –Roma, 9 ott- E’ stata veramente una giornata importante” commentavano i delegati all’uscita dall’Auditorium Massimo. A testimoniarlo il sovraffollamento della sala, con oltre 2 mila presenze da tutte le regioni, il tifo da stadio che ha accolto il nuovo segretario generale della Filcams, Franco Martini, così come il discorso conclusivo del leader della Cgil, Guglielmo Epifani, la sintonia che ha legato insieme la vivacità della platea con il tenore degli interventi dei delegati dal palco.

Insomma, l’Assemblea nazionale dei delegati dei posti di lavoro e dei quadri della categoria che si è tenuta stamani nella capitale per dire ‘No’ all’intesa separata per il rinnovo del contratto del commercio è stata un vero successo.

Arrivati nelle prime ore del mattino, spesso dopo un’intera notte di viaggio in pullman, le delegate ed i delegati della Filcams hanno tappezzato di striscioni la grande sala dell’Auditorium che presto è divenuta stipata di gente al punto da richiedere l’utilizzo di un maxischermo per l’ascolto dall’esterno.

Ed è stata subito festa: applausi prolungati hanno scandito l’arrivo di Martini prima, e poi di Epifani. Ma un caloroso saluto è salito dalla platea quando la segretaria nazionale della Filcams, Marinella Meschieri, ha chiamato alla presidenza Ivano Corraini, il segretario generale che ha guidato la categoria fino a poche settimane e che, prima di lasciare l’incarico, ha opposto il suo rifiuto a sottoscrivere un accordo contrattuale che “penalizza i lavoratori”.

Insieme a lui, alla presidenza, la Segreteria della Filcams al completo e la segretaria confederale della Cgil, Susanna Camusso, responsabile delle politiche contrattuali.

Martini, che ha da poco assunto l’incarico di numero uno della categoria succedendo a Corraini, ha ribadito la contrarietà all’accordo separato per il rinnovo contrattuale del commercio bollandolo come “sbagliato e contrario agli interessi dei lavoratori del settore”.

“Non abbiamo firmato –ha detto Martini- perché quel contratto produce, su punti importanti, un significativo peggioramento delle condizioni di chi lavora nel commercio. Ridurre la questione del lavoro domenicale ad una mera presa d’atto della realtà esistente ed il nostro rifiuto a condividere la norma prevista in quell’intesa ad una presunta, ideologica contrarietà al lavoro domenicale è semplice barzelletta” ha proseguito Martini spiegando come invece la verità è un’altra: “l’effetto concreto di quelle norme sarà che le aziende, a partire dalla grande distribuzione, otterranno il duplice risultato di organizzare il lavoro domenicale come e quando vogliono e di pagarlo meno”.

Analogamente per gli apprendisti. Martini ha motivato il dissenso della Filcams a sottoscrivere quelle norme dell’accordo: “Perché rivalersi sempre sui più deboli?”, ha chiesto polemicamente il leader della categoria, chiarendo che l’operazione sull’apprendistato, che ha modificato normative esistenti, si spiega solo, da parte aziendale, con qualche euro di risparmio: “E per risparmiare questi quattro soldi –ha aggiunto- si raschiano i diritti della parte più debole di questo lavoro, e si alimenta un conflitto tra vecchi e nuovi assunti in una vera ‘guerra fra poveri!”.

Dopo l’appassionata difesa delle ragioni che avevano portato alla piattaforma unitaria –elusa nell’accordo separato-, anche a proposito della contrattazione di secondo livello “dove nasce e si sviluppa la possibilità dei lavoratori e del sindacato di dire la loro sull’organizzazione del lavoro, sulla gestione degli orari, dei turni, ecc”, Martini ha chiesto con forza che quell’accordo venga sottoposto al voto dei lavoratori “nel rispetto- ha sottolineato- delle regole che insieme ci siamo dati. Noi –ha scandito- non abbiamo paura del voto di tutti i lavoratori del settore, ed il nostro rispetto per la democrazia è quello che ci farà rispettare l’esito stesso della consultazione. Se i lavoratori approveranno l’intesa –ha assicurato- noi la rispetteremo”.

Martini si è detto poi preoccupato per quella che ha definito “la deriva dei rapporti unitari” ribadendo l’impegno della Filcams a ricercare “tutte le vie per ricostruire un rapporto di collaborazione tra i sindacati, “nell’interesse dei lavoratori che rappresentiamo”.

Una lungo passaggio Martini lo ha dedicato al negoziato per il rinnovo del modello contrattuale –ed, in particolare, al testo proposto da Confindustria- ed ai provvedimenti assunti dal Governo in materia di scuola, mercato del lavoro, politiche sociali: “di fronte a ciò –ha detto- non possiamo non essere punto di riferimento per quella parte del Paese colpita da queste politiche ingiuste”.

Un quadro, quello delineato dal nuovo leader della categoria, che motiva la scelta della Filcams di dare seguito alla mobilitazione iniziata dopo la firma separata: “Per tutte queste ragioni –sono state le sue parole- daremo attuazione alla decisione assunta dal Comitato direttivo della Filcams di proclamare una giornata di sciopero nazionale per il 15 novembre prossimo e di tenere, nella stessa data,una grande manifestazione a Roma. Una giornata di mobilitazione generale –ha concluso Martini infiammando l’entusiasmo della platea- per difendere il diritto alla contrattazione, per difendere i diritti delle fasce più deboli, a partire dagli apprendisti, per respingere il tentativo di fare del mercato del lavoro una sorta di self service a basso costo. Per chiedere ad imprese e governo politiche di qualificazione del lavoro, del mercato, e dei prodotti”.

Un ‘NO’ corale al contratto separato ha fatto da filo conduttore degli interventi delle delegate e dei delegati che si sono avvicendati dal palco dopo l’introduzione di Martini.

Primo a parlare Vincenzo Tafuto delegato dell’Ales di Napoli che, come altri che lo hanno seguito nella piccola maratona oratoria, Renato Mainetti delegato della Metro di Milano, Marcella Capitani delegata della Mediagroup di Modena, Francesca Innocenti, delegata della Rinascente di Firenze, ha testimoniato all’Assemblea dell’umore e della rabbia, in qualche caso, dei suoi colleghi di azienda per quello che è ritenuto un arretramento delle condizioni di lavoro sancito nell’accordo separato del luglio scorso e dei giusti diritti ‘degli ultimi arrivati’, gli apprendisti.

Così come tanti, a partire dalla delegata della Lidl di Pescara Alessandra Di Simone, hanno colto l’occasione per manifestare l’orgoglio di appartenenza alla Filcams e quindi alla Cgil “un orgoglio –si è detto- che si è rafforzato dopo l’intesa separata”.

A sottolineare l’importanza di andare ad uno sciopero nazionale della categoria, il delegato della Ceva Logistica di Torino, Paolo Palmero, ma anche Gioia Pompili delegata di Ikea Roma e Tiziana Montechiari delegata Sma di Macerata. Molto apprezzati anche gli interventi di Nicoletta Cipolato della Coin di Venezia, e del delegato della Rinascente di Palermo Francesco Spataro che ha suscitato l’ilarità della sala ironizzando sugli attacchi venuti al segretario generale della Cgil durante la vicenda Alitalia.

Ed a lui, Guglielmo Epifani, acclamato dalla platea con un coro da stadio, è stata data la parola per l’intervento conclusivo. Dopo aver confermato la condivisione per il percorso di mobilitazione delineato da Franco Martini nella relazione, il segretario generale della Cgil ha messo subito l’accento sul cuore dell’iniziativa: “un l’accordo separato è sempre un accordo sbagliato, una prepotenza, la lesione di un principio e di un valore” ha detto Epifani precisando che ciò rimane vero “anche se a firmare siamo noi”.

Ed altrettanto chiaro è stato, il leader della Cgil, rispetto al pronunciamento dei lavoratori: “Non si può volere la consultazione solo nelle ‘giornate buone’ –ha affermato- occorre avere il coraggio di mettere al vaglio dei lavoratori l’esito definitivo di un accordo anche in caso di pareri diversi perché –ha spiegato- le regole devono valere indipendentemente dal contesto”.   

Sul punto dell’accordo che riguarda gli apprendisti, Epifani ha parlato di “condizioni inaccettabili di disuguaglianza” affermando che “anche per la Cgil sarebbe stato facile dire di sì. Ma –ha polemizzato- che idea è quella di un sindacato che difende chi conta e trascura gli altri, gli ultimi?”. Quanto al lavoro domenicale, altro punto ‘caldo’ dell’accordo separato, convincimento di Epifani è che di questo si può e si deve discutere, ma nella contrattazione aziendale.

Sulla Confcommercio, a parere del leader della Cgil, ricade la maggiore responsabilità di come sono andate le cose perché, ha chiarito, “chi decide un accordo separato è sempre la controparte”. Ed alla vigilia degli appuntamenti con le controparti per la riforma del modello contrattuale che, al tavolo con Confindustria, registra posizioni molto distanti ancora una volta fra gli stessi sindacati, Epifani ha anticipato che andrà il 15 ottobre a dire al Presidente di Confcommercio che per la Cgil “è impossibile negoziare un accordo sulle regole finché rimarrà aperta questa ferita“.    

 
vanna palumbo