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Boom delle collaboratrici domestiche, ma la maggior parte di loro è ancora costretta a lavorare in nero La carica delle centomila colf |
La colf arriva da sempre più lontano Sono ormai oltre centomila, straniere e con meno di 50 anni
Le ucraine vengono assunte per assistere gli anziani, le filippine per le pulizie e le moldave per accudire i bambini Secondo i sindacati il requisito più richiesto è l´affidabilità. La figura ideale è una via di mezzo tra Mary Poppins e Mrs Doubtfire Le vertenze più frequenti riguardano soprattutto il mancato pagamento del trattamento di fine rapporto ORIANA LISO Che sia donna, tra i quaranta e i cinquant´anni. Ucraina per assistere gli anziani, filippina per le pulizie, moldava per fare da baby sitter, perché qualche stereotipo, in questo mestiere, regge ancora bene. Nei sogni dei tanti milanesi che ogni giorno telefonano alle agenzie di collocamento con la stessa richiesta: «Come trovo una persona fidata per i lavori di casa?», la colf dev´essere una via di mezzo tra Mary Poppins e Mrs Doubtfire. |
Nuovi minimi salariali
Da 276 a 1000 euro al mese
- Dal primo gennaio 2003 sono entrati in vigore i nuovi minimi salariali per i lavoratori domestici. Una colf a tempo pieno che vive con la famiglia di cui si occupa prende tra i 414 e i 742 euro mensili; se il numero di ore lavorate non supera le 25, la paga va dai 276 ai 426 euro. Se invece la colf non ha vitto e alloggio, la paga è oraria, dai 3 ai 5,60 euro. Per l´assistenza notturna, si va da 616 a 853 euro al mese.
A Milano però, dato l´alto costo della vita, le retribuzioni di mercato si scostano notevolmente da quelle minime contrattuali, e variano da 750 a 900 euro per una collaboratrice fissa con mansioni di addetta ai lavori domestici, dai 900 ai 1000 per chi ha mansioni di cura di anziani o invalidi. La tariffa oraria oscilla invece dai 6 agli 8 euro.
Anche per le collaboratrici domestiche, come per tutti gli altri contratti, sono previste le maggiorazioni per le ore straordinarie, il lavoro di domenica e nelle festività, il lavoro notturno. Poi ci sono le ferie retribuite (26 giorni annui), la gratifica natalizia pari a una mensilità, le festività infrasettimanali, il trattamento di fine rapporto e, ovviamente, il pagamento dei contributi previdenziali.