sabato 12 ottobre 2002
economia e lavoro
Il numero uno della Cgil ha ribadito a Monfalcone i motivi della protesta. La campagna «Tu togli io firmo» verso i 4 milioni di adesioni
Epifani: il 18 sciopero per diritti e politica industriale
MILANO «Lo sciopero del 18 ha una duplice
valenza: per difendere i diritti dei lavoratori
e per chiedere al governo una nuova
politica industriale»: lo ha dichiarato Guglielmo
Epifani a Monfalcone, all’assemblea
dei lavoratori Fincantieri, un discorso
che ha preso le mosse dagli anni della concertazione,
quando «il risanamento lo hanno
pagato lavoratori e pensionati»: a queste
parole, il segretario Cgil, alla sua prima
uscita ufficiale in Friuli Venezia Giulia, ha
riscosso il grande appaluso degli oltre mille
delegati e lavoratori. Epifani ha anche auspicato
che allo sciopero del 18 aderiscano
anche Cisl e Uil, anche se - ha precisato -«
non mi sembra che abbiano la nostra stessa
impostazione». Sui due temi «il dialogo
può comunque essere aperto con Cisl e Uil
ma al momento non lo è». Buona parte del
discorso è stato dedicato alla crisi Fiat, e
alle critiche al governo «che brilla per la sua
assenza: sembrava che tutti i problemi fos-
sero legati all'articolo 18, mentre il Paese è
in preda a una crisi di vaste proporzioni e
di fronte al caso Fiat anche il patto per
l'Italia appare privo di senso». Severa l’analisi
sui vertici del Lingotto: «Hanno presentato
lo stesso piano di tre mesi fa, e ora
dicono che il piano non può essere modificato:
è un pessimo modo per cominciare la
discussione. Il problema ovviamente è molto
complesso. Il salvataggio della Fiat coinvolge
gli azionisti privati, e un diritto a
vendere e a comprare di General Motors,
però bisogna ripartire da un progetto industriale
e dalle garanzie che solo la mano
pubblica può assicurare. Capitolo Finanziaria:
«È un documento sbagliato: per lo sviluppo
del Paese chiediamo al governo una
seria politica industriale». E dopo lo sciopero
occorre «continuare nella mobilitazione
sui grandi temi, per far fare un salto di
qualità al Paese: scuola e formazione, sanità
e Mezzogiorno». La mobilitazione Cgil
«non ha uguali in Italia», ha proseguito. Le
firme raccolte sono già 3 milioni e 300
mila. Entro il 18 saranno 4 milioni: «Un
risultato straordinario mai registrato».
Epifani si è poi dichiarato contrario allo
«spezzatino» di Fincantieri: «Tutto quello
che divide serve a separare la parte migliore
dalla peggiore per fare cassa. Invece
occorrono sinergie tra i diversi insediamenti
e i diversi tipi di produzione per fare
massa critica ed evitare i contraccolpi anticiclici».
Epifani infine ha criticato il trasferimento
da Trieste a Roma della direzione di
gruppo.
Si tratta - ha concluso - di far ritornare
i temi del lavoro al centro dell'iniziativa sia
del sindacato, sia delle forze politiche e delle
istituzioni. Inoltre occore una «profonda
modifica della legge sull’immigrazione», a
partire da una proroga dei termini per gli
immigrati che intendono regolarizzarsi.
g.lac.