17/4/2012 ore: 2:00

Ikea - Italia Retail - esito incontro 16/04/2012

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Roma, 17 aprile 2012

Oggetto: Ikea Italia Retail - Esito Incontro Nazionale del 16 Aprile 2012.



Testo Unitario


in data 16 aprile 2012 si è tenuto l’incontro nazionale di verifica richiesto dalle OO.SS. Nazionali sugli andamenti economici di IKEA e le loro ripercussioni sul premio di risultato.
L’azienda ha presentato un quadro complessivo preoccupante caratterizzato da un calo medio del 5% del fatturato (anno su anno) destinato a peggiorare in previsione fino ad un -8% al termine del FY in corso.
L’azienda ha posto l’accento sulla necessità di intervenire tempestivamente e con “determinazione” per abbassare l’incidenza del costo del lavoro in una ottica complessiva di risparmio che tocca anche altri aspetti (marketing, appalti, costi di struttura). I primi segnali tangibili di questa condizione di difficoltà si sono riverberati sul premio di risultato per il quale più di metà dei negozi in previsione, all’oggi, non raggiungerebbero nemmeno i 325€ dell’anticipo previsti dal CIA. Fra questi gli store di Salerno, Parma, San Giuliano Milanese, Rimini, Ancona, non raggiungendo l’utile di gestione non maturano nemmeno una quota seppur minima del premio.
La direzione aziendale ha avanzato una serie di richieste che riguardano: le condizioni di avvio per quanto concerne le future nuove aperture (San Giovanni Teatino in primis), interventi sui negozi in crisi, condizioni differenti e peggiorative su maggiorazioni domenicali e festive per i nuovi assunti di tutte le U.O., non escludendo in quest’ottica di voler intervenire anche sulle maggiorazioni dei “vecchi assunti”.
In materia di flessibilità IKEA ha lamentato, a suo dire, la cronica rigidità dei contratti dei lavoratori che impedirebbero una presenza adeguata delle persone nel momento di maggior afflusso dei clienti.
Su alcune attività in appalto sarebbe in corso una riflessione volta ad avviare un processo di reinternalizzazione di alcuni servizi. Lo smaltimento di ferie e permessi dovrebbe divenire sistematico. Il costo della mensa essere aumentato a € 1,50.
Tutte queste informazioni, in maniera a volte distorta, erano già state fornite alle lavoratrici e ai lavoratori dai responsabili di negozio che in alcuni casi si sono spinti a paventare un rischio occupazionale e/o un ricorso agli ammortizzatori sociali, generando confusione e allarme fra gli addetti che avevano provveduto a loro volta, a informare delegati e strutture territoriali.
Abbiamo replicato stigmatizzando unitariamente l’ormai consueto atteggiamento volto, a livello decentrato, a evitare il confronto con la RSU/RSA e chiesto all’azienda di ripristinare corrette relazioni sindacali, abbandonando la prassi di iniziative unilaterali verso le lavoratrici e i lavoratori.
Per noi rimane infatti centrale la salvaguardia del contratto integrativo aziendale firmato appena 6 mesi fa che, se correttamente applicato, consente di garantire risposte adeguate alle problematiche poste da IKEA. Il CiA prevede infatti la possibilità di siglare intese sulla promiscuità delle mansioni e soprattutto attraverso il modello alternativo del premio di risultato di governare e remunerare la flessibilità, come gli accordi in materia, siglati a Napoli e Carugate, testimoniano sia in termini di efficienza che di risultato economico nella maturazione del premio.
Abbiamo espresso forte contrarietà sulla volontà di intervenire sulle maggiorazioni domenicali e festive, sia per i vecchi assunti che per i nuovi, perché soprattutto questa ultima richiesta stride rispetto alla più volte ribadita decisione aziendale di bloccare le assunzioni.
Abbiamo infine preteso venisse smentito ufficialmente la presenza di un rischio occupazionale e di un eventuale ricorso agli ammortizzatori sociali. IKEA si è limitata a garantire che non sono previsti interventi traumatici sull’occupazione o l’utilizzo di ammortizzatori sociali, lasciando però sul tavolo tutte le altre richieste.
Sul tema dell’anticipo del premio di risultato (divenuto marginale a fronte della gravità delle altre affermazioni aziendali) abbiamo chiesto all’Azienda di erogare comunque l’anticipo prevedendo compensazioni, per chi non maturasse un importo superiore alla fine di questo FY, negli anni successivi.
Tale richiesta non è stata da loro accettata, quindi, al mero fine di non far subire dei conguagli in negativo alle lavoratrici e ai lavoratori a novembre, abbiamo concordato in via del tutto eccezionale, di riproporzionarne l’entità erogando il 75% di quanto in previsione sarà l’ammontare complessivo del PdP.
Vista l’assoluta delicatezza della fase, la precarietà delle relazioni sindacali a tutti i livelli, abbiamo convenuto assieme al Coordinamento di effettuare al più presto assemblee informative in tutti i luoghi di lavoro, per presentare quanto dichiarato dall’azienda e consultare le lavoratrici e i lavoratori.
Le assemblee avranno l’autonomia, qualora sussistano le condizioni, di deliberare eventuali iniziative di mobilitazione finalizzate a far recedere l’azienda dall’intenzione di destrutturare il contratto integrativo aziendale, peggiorando le condizioni normative e salariali di tutti i lavoratori e le lavoratrici.
Il prossimo incontro si terrà a Milano il 18 maggio 2012. In preparazione di quello che si annuncia un importante passaggio del confronto in atto, l’11 maggio 2012 con inizio alle 10.30 presso la sede della Fisascat Nazionale in Via Livenza n 7, si terrà il Coordinamento Nazionale Unitario dei delegati e delle strutture.


p. la Segreteria Cgil Nazionale
Cristian Sesena


- verbale di accordo acconti Pdp 2012.

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