31/7/2006 ore: 11:18
Wal-Mart costretta a raddoppiare i salari da fame
Contenuti associati
i salari da fame anche in Cina: deve accettare i sindacati VENDETTA Il gigante della distribuzione ? in difficolt?. Wal-Mart, la pi? grande catena di grandi magazzini del mondo, dopo anni di continua espansione si trova costretta a fare qualche importante passo indietro. I primi segnali di crisi si sono avuti nel maggio scorso con l'uscita a gambe levate dal mercato super competitivo della Corea del Sud, adesso la ritirata dalla Germania. L'annuncio diffuso dal quartier generale della societ? in California cita un accordo per la vendita di tutti gli 85 punti vendita al gruppo rivale Metro AG. ? la fine del tentativo durato quasi dieci anni per conquistare il mercato tedesco, considerato l'avamposto indispensabile per affermare una presenza in Europa. "Il nostro obiettivo ? di concentrare gli sforzi nelle aree dove possiamo ottenere i migliori risultato in termini di crescita e di ritorno degli investimenti - dice Michael Duke, vice presidente di Wal-Mart - Ci siamo resi conto che sarebbe stato sempre pi? difficile ottenere i risultati desiderati in Germania". Le difficolt? non riguardano solo i mercati all'estero, Wal-Mart si trova ad affrontare ostilit? sempre pi? decise da parte delle comunit? locali per l'apertura di nuovi punti vendita nelle grandi citt? americane e la sua politica dei salari ridotti all'osso ha richiamato persino l'attenzione dei legislatori. "Il segreto del successo nel commercio ? offrire ai consumatori quello che vogliono: la pi? vasta scelta possibile di articoli di buona qualit? al prezzo pi? basso possibile", questa la filosofia di Sam Walton, il leggendario fondatore di Wal-Mart, una formula che spinge il concetto di concorrenza all'estremo, messa in pratica con trattative durissime sui prezzi d'acquisto e controllo maniacale dei costi. Un modello studiato nelle scuole di business ma che gli economisti pi? attenti guardano con estrema preoccupazione: La macchina che macina un fatturato di oltre 300 miliardi di dollari all'anno non porta ricchezza dove apre i suoi magazzini. La porta via. L'impatto sul commercio locale ? quello di un rullo compressore e i posti di lavoro creati sono pagati mediamente meno di quelli cancellati con la chiusura di piccoli e medi esercizi. Essere assunti da Wal-Mart pu? significare essere costretti a trasferirsi in un altro quartiere perch? non si ? pi? in grado di pagare l'affitto; una commessa non guadagna abbastanza per comprare la merce in vendita nemmeno quando ci sono i saldi. "Non abbiamo bisogno di prezzi cos? bassi da affamare i lavoratori", si legge nei volantini del comitato nato a Harlem a per bloccare l'apertura di un megastore nel quartiere nero di New York. La paga base a Wal-Mart ? il salario minimo di legge: 5,15 dollari all'ora, una cifra con cui ? impossibile vivere e che dopo 10 anni il Congresso sta discutendo d'aumentare di un paio di dollari. Il sindaco di Chicago, dopo aver capitolato di fronte all'apertura di un nuovo centro commerciale, ? riuscito a far approvare in consiglio comunale un'ordinanza che aumenta a dieci dollari il salario minimo per i dipendenti delle grandi catene che operano in citt?. Analoghi provvedimenti sono allo studio in diversi Stati, con l'argomento che il pagamento di salari inferiori alla media di mercato ? una forma di concorrenza sleale. Wal-Mart ha minacciato di bloccare investimenti dove "i legislatori si intromettono tra i lavoratori e il loro posto di lavoro". I salari da fame si sarebbero rivelati un boomerang anche per Wal-Mart se hanno ragione gli analisti che citano tra le cause del fallimento in Corea del Nord la cattiva qualit? del servizio. I piani di espansione della societ? sono adesso rivolti alla all'America Latina e alla Cina. Ma proprio in Cina, dove il colosso ? presente da dieci anni, c’? una novit? clamorosa: per la prima volta in un supermercato Wal-Mart si ? costituita una cellula sindacale. L’iniziativa ? stata avviata da una trentina di impiegati nella provincia di Fujian. Il fatturato di Wal-Mart nel 2005 ? stato di 302 miliardi di dollari con una forza lavoro di 1,2 milioni di persone. Oltre cento milioni sono gli americani che ogni settimana acquistano in uno dei 3.400 punti vendita degli Stati Uniti. |