20/6/2007 ore: 11:45
Visco agli autonomi: metà dichiara 875 euro al mese
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Pagina 6 - Economia metà dichiara 875 euro al mese Ma Visco non si lascia intimorire: «Per rivoltarsi - chiarisce - ci vuole una ragione valida e in questo caso sfido chiunque a trovarne una». Sul tavolo ha i dati degli studi di settore relativi al 2005, mai svelati prima. «Sono statistiche», precisa il ministro, non numeri dati a caso. E dunque parlano chiaro. E dicono che il 53,8 per cento delle piccole imprese non è in regola. E non lo è non in base a una strana alchimia, ma dati alla mano. Se meno del 40 per cento delle imprese (quelle che hanno aderito) dichiara un reddito annuo di 45,8mila euro, il 53,8 per cento non supera in media 10.500 euro, ossia 875 euro al mese. Imprese diverse? No, Visco non sta confrontando mele con patate. «Le imprese esaminate - spiega - sono identiche sotto tutti i punti di vista. Dunque non c´è una motivazione economica credibile» per una differenza di reddito così significativa. C´è solo un´ipotesi, l´evasione. Certo non per tutti, ci sarà anche chi ha subito un crollo economico, chi s´è ammalato, ammette Visco, ma questo può dimostralo dati alla mano. «Ho il massimo rispetto per il lavoro autonomo - assicura il viceministro - in cui c´è gente che si assume le proprie responsabilità. Ma all´interno di questo mondo ci sono comportamenti opposti e ci sono persone che si avvantaggiano scorrettamente a danno non solo dei loro colleghi, ma di tutti i contribuenti». Il messaggio che manda il viceministro è chiarissimo: «gradualmente e il più rapidamente possibile questi signori devono cominciare a comportarsi in modo statisticamente equivalente agli altri. Non mi pare una richiesta stravagante, perché là dove c´è un´evasione chiara c´è poco da discutere». D´altra parte non è che a questi signori si chiede di pagare imposte da capogiro. «Il fisco rispetto agli scostamenti - spiega Visco - chiede 100-200 euro in più al mese». La revisione degli studi e i relativi controlli partiranno dal 2008 sulle dichiarazioni del 2007 e se più favorevoli ai contribuenti si applicheranno gli studi revisionati. «Sono stati introdotti perché dalle serie storiche - ha spiegato l´amministratore delegato della società che gestisce gli studi, Giampiero Brunello - è emerso che, durante la stagione dei condoni, mentre i ricavi rimanevano stabili, i redditi dichiarati precipitavano». E sarà bene adeguarsi alla revisione perché dall´Agenzia delle entrate verrà applicato «maggior zelo» su chi ha i dati non in linea. Lo strumento è quello dei controlli. E, assicura Visco, se ne faranno parecchi. «Potrebbero arrivare alla soglia del mezzo milione». (b. ar.) |