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Vendite sottocosto: il decreto è inutile

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Mercoledì 10 Gennaio 2001
italia - economia
Il Garante contesta il provvedimento e chiede al Parlamento modifiche al testo del Governo.

Vendite sottocosto, il decreto è inutile

MILANO L’Antitrust «bacchetta» il ministero dell’Industria sullo spinoso tema del decreto di disciplina delle vendite sottocosto, in vista del parere parlamentare che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. In una nota inviata al Parlamento il presidente dell’Autorità, Giuseppe Tesauro, dice a chiare lettere (come già affermato in precedenza nei confronti di palazzo Chigi e dell’Industria) che la regolamentazione del sottocosto era meglio non farla: «Gli operatori danneggiati trovano già sufficiente tutela negli strumenti giuridici esistenti» e quindi non è necessario nè auspicabile — a parere di Tesauro — introdurre nuove misure regolamentari in considerazione delle restrizioni concorrenziali che possono generare.

La bozza di provvedimento varata in giugno dal Governo — secondo l’Antitrust — pone comunque dei limiti alle pratiche predatorie di soggetti che hanno potere sul mercato, ma, si ricorda, blocca anche tutti gli altri. L’Antitrust ricorda infatti che le «vendite sottocosto rappresentano una legittima pratica commerciale che non necessariamente produce l’effetto di ridurre la capacità competitiva degli esercizi commerciali, neppure di quelli più piccoli». Le vendite sottocosto — secondo l’Antitrust — sono un potente strumento concorrenziale che consente al consumatore di acquistare prodotti a basso costo per effetto della guerra delle promozioni. Secondo l’Autorità «una generalizzata limitazione delle possibilità di utilizzazione delle vendite sottocosto oltrechè ridurre la concorrenza tra gli esercizi più grandi potrebbe penalizzare ingiustificatamente proprio gli esercizi più piccoli».

Pesanti rilievi critici riguardano poi l’applicabilità reale del provvedimento: «A parere dell’Autorità risulta particolarmente complesso far rispettare un regime così rigidamente articolato per le vendite sottocosto, il controllo circa la sua osservanza potrebbe inevitabilmente condurre a predisporre per le vendite sottocosto una qualche forma di autorizzazione amministrativa, il che risulterebbe non auspicabile per una pratica sostanzialmente pro-concorrenziale».

Parole dure dunque nei confronti della bozza di regolamento predisposta dal ministero dell’Industria in base a quanto previsto dalla riforma del commercio varata nel ’98. E come prima indicazione l’Autorità guidata da Tesauro rileva la necessità di eliminare dalla bozza quei passaggi (come i punti 4 e 5 del provvedimento) che impongono vincoli giudicati eccessivi e nella pratica contrari al libero svolgimento delle attività commerciali. La censura dell’Antitrust si concentra dunque sulla previsione di non poter effettuare (appunto secondo i commi 4 e 5 della bozza di regolamento) vendite sottocosto a più di tre volte l’anno, per più di dieci giorni, con intervalli prestabiliti e con un limita di non più di 50 prodotti. Insomma, secondo l’Autorità garante della concorrenza e del mercato il provvedimento, se proprio deve essere varato, dovrebbe limitarsi a una iniziativa generale per limitare gli aspetti distorsivi delle posizioni dominanti senza assumere impegni di carattere dirigistico e vincolante per il mercato.

---firma---Vincenzo Chierchia

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