Un vigilante fuori servizio uccide il rapinatore di una tabaccheria
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ROMA — La saracinesca elettrica si stava abbassando. Per una tabaccaia di Santa Lucia di Mentana, estrema periferia est della Capitale, l’epilogo di un’altra giornata di lavoro. E di paura: solo dieci giorni fa la commerciante, di 56 anni, aveva subìto un altro assalto. Ieri sera, mentre chiudeva il negozio «Jolly» per tornare a casa al piano di sopra, si è ritrovata faccia a faccia con i rapinatori ancora una volta, ma ha anche assistito alla morte di uno di essi. Un quarantenne, senza documenti, probabilmente italiano. Una guardia giurata fuori servizio che abita di fronte alla tabaccheria, sulla via Palombarese che collega Roma a Tivoli, lo ha ucciso con un colpo di pistola al torace. Il complice è fuggito su una Fiat Uno bianca che i carabinieri hanno trovato poco dopo a meno di un chilometro di distanza: di lui, fino a tarda sera, non è stata trovata traccia. Ma la caccia all’uomo è partita in tutta la zona: decine di militari della compagnia di Monterotondo e della stazione dell’Arma di Mentana hanno setacciato abitazioni, garage, perfino i casolari.
Gli investigatori hanno ascoltato a lungo il vigilante, figlio di un altro commerciante della zona. Accanto al corpo del rapinatore è stata recuperata una pistola 7.65. Non aveva il colpo in canna. «Si è girato verso di me - ha raccontato la guardia, di 35 anni, ai carabinieri del Gruppo di Ostia e al pubblico ministero Luca Ramacci della procura di Tivoli -. L’ho visto mentre caricava la pistola. E allora ho sparato per primo. Volevo solo fermarlo...». Il bandito, forse un pregiudicato italiano ma non della zona - come hanno spiegato gli investigatori - è stato colpito all’addome da un solo proiettile.
Secondo la ricostruzione, avrebbe preso in ostaggio la tabaccaia di 56 anni puntandole la pistola a un fianco. «Vieni con me, dammi l’incasso e non ti succederà niente», le avrebbe sussurrato il rapinatore, mentre il complice lo attendeva accanto alla Uno, pronta per la fuga. Ma i due non si sarebbero accorti della guardia giurata, che stava tornando a casa dopo una giornata di lavoro. «Fermi!» ha giurato di avergli urlato il vigilante durante la prima deposizione davanti al magistrato. «Ho sparato in aria quattro volte», ha aggiunto, cercando di far capire a chi lo stava interrogando che le ha tentato tutte prima di esplodere il colpo. Ma questo non sarebbe bastato a far desistere il rapinatore: l’uomo si sarebbe voltato facendo il gesto di «scarrellare» la pistola per caricarla mentre stringeva ancora la tabaccaia. Ed è stato allora che la guardia ha premuto il grilletto mirando ad altezza d’uomo: «Ho temuto che volesse spararmi», ha spiegato ancora.
Gli investigatori del Gruppo di Ostia, coordinati dal colonnello Giuseppe La Gala, hanno raccolto sul posto alcune testimonianze. L’identità del rapinatore, deceduto nonostante i soccorsi del personale di un’ambulanza del 118, potrebbe essere scoperta da un momento all’altro: ha diversi tatuaggi sulle braccia, alcuni sono dei nomi. Ma gli investigatori stanno anche procedendo con l’esame delle impronte digitali. E dopo il sanguinoso tentativo di rapina di ieri, adesso fra i tabaccai è tornata la preoccupazione. Solo qualche giorno fa si erano riuniti a pochi passi dall’Altare della Patria, alla Bocca della Verità: erano più di cinquemila, provenienti da tutta Italia, e chiedevano maggiore sicurezza.