Un Natale senza assunzioni
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VENEZIA — Santo Stefano ed Epifania al centro commerciale. Ma i sindacati sono sul piede di guerra. Perché i lavoratori, fanno sapere i loro rappresentanti, che per le feste quest’anno non hanno neanche t r ovato i l consueto aiuto degli stagionali, hanno il diritto di restare con le proprie famiglie. Al contrario, si chiede loro di rinunciare a giorni nei quali lavorare era finora considerato un tabù, come il 26 dicembre.
Così si è scatenato un muro contro muro tra gli operatori della grande distribuzione e i sindacati, contrari alla propo stadies tender ele aperture straordinarie e preoccupati che la decisione della Regione di anticipare al 6 gennaio l’avvio dei saldi invernali non induca le aziende ad alzare le serrande anche in occasoine dell’Epifania.
Nei giorni scorsi la polemica era sorta dopo la decisione del centro commerciale padovano « Le Brentelle » a Sarmeola di Rubano, che ha fatto marcia indietro dopo una serrata trattativa, rinunciando ad aprire subito dopo il giorno di Natale.
L’esempio è stato però seguito anche da altri esercizi commerciali, in altre province venete, come lo shopping center « Grande mela » di Lugagnano di Sona, alle porte di Verona. « È una barbarie — afferma il segretario regionale della Fisascat, l’organizzazione del commercio per la Cisl, Riccardo Camporese — Abbiamo già chiesto un incontro al sindaco Flavio Tosi perché blocchi questa decisione, intervenendo con un’ordinanza » .
Si è invece già arrivati alle minacce di sciopero contro il colosso francese « Carrefour » , che ha annunciato ai propri dipendenti l’ennesima apertura festiva, per il 26 dicembre, sia nel centro commerciale vicentino di Thiene che al « Valecenter » di Marcon, nel Veneziano. « Così si sconvolge la vita dei lavoratori che si sono subito opposti nettamente — spiega Bertilla Manente della Fisascat di Venezia — Siamo pronti a indire uno sciopero, ma sper i amo che l ’ azienda comprenda le nostre ragioni e ritiri la richiesta » .
La controversia sul 26 dicembre rappresenta così l’ennesimo fattore di tensione per i lavoratori di un settore che, nel periodo prima del Natale, devono affrontare orari e carichi di lavori particolarmente duri, nei quali le giornate di riposo vengono centellinate.
In più, quest’anno, molte aziende hanno fatto mancare ai propri dipendenti il sostegno degli stagionali. Ovvero dei lavoratori a tempo determinato os tagionali, spesso studenti universitari o casalinghe, che arrotondavano accogliendo i clienti alla cassa, riempiendo gli scaffali saccheggiati per lo shopping natalizio oppure confezionando i regali. Un aumento medio dell’organico che, negli ultimi anni, si aggirava sul 20 per cento, a seconda delle esigenze dei diversi punti-vendita. Molte aziende quest’anno assumeranno invece solo nei giorni immediatamente precedenti il Natale. Altre, invece, hanno deciso di chiedere ai propri collaboratori la disponibilità a prolungare ulteriormente, con gli straordinari, l'orario giornaliero.
« Faremo fronte alle vendite natalizie con i nostri 290 dipendenti, ai quali chiederemo di fare qualche straordin ario in più» spiega, ad esempio, Roberto Simili, direttore dell'Iper trevigiano nel centro commerciale « Giardini del sole » di Castelfranco Veneto.
Non rinunciano a un aiuto extra, invece, le aziende di elettronica che vendono decoder e televisioni digitali che si stanno preparando allo switch-off di fine mese.
« Ci sono segnali di una grande cautela nelle assunzioni, che normalmente avvenivano già ad ottobre — spiega Adriano Filice, segretario generale della Filcams del Veneto, il sindacato del commercio della Cgil — Per ef f et t o della crisi, che ha messo in difficoltà diverse aziende, si farà quest’anno un uso estremamente limitat o degli stagionali » .Il ri -schio è che questo renda lo shopping natalizio meno piacevole, con sempre meno addetti disponibili ad aiutare i clienti veneti nella scelta dei prodotti.