27/4/2007 ore: 11:54
Umbria. Feste, Far West commercio
Contenuti associati
Pagina 33 (segue a pagina 39) - Umbria Cronaca L'Inchiesta Commesse sulla graticola di Gianni Agostinelli e Luca Benedetti Serranda selvaggia ha scatenato la rabbia dei sindacati. Che dopo le diffide per bloccare le aperture extra patto e tutelare le commesse, annunciano gli esposti. «E’compito dei sindaci e della polizia municipale - accusa Fabio Di Carlo della Filcams Cgil- vigilare. E se non lo fanno commettono un’omissione». «Non capiamo se il problema sia politico o ci sia una responsabilità di chi deve controllare sul campo. Certo è che qualche cosa non funziona. Mi viene il sospetto che qualcuno sta giocando contro la legge regionale sul commercio. In giro ci sono troppe irregolarità. Tra il silenzio dei comuni e ordinanze assurde che permettono di aprire anche quando non si potrebbe. E ci rimette chi lavora nelle piccole strutture». Anche Francesco Ferroni (Fisascat-Cisl) imbraccia il fucile. E spara: «Il 25 aprile i sindaci parlano di valori dai palchi poi disattendono gli accordi. Basta essere ambigui. Il valore non può essere solo quello dei supermercati. Tutto questo per sette giorni di chiusura dei negozi all’anno. Non vedo danni al turismo soprattutto se ci sono turisti che si muovono per un giorno solo. Questo baillame è una cosa vergognosa. Tra l’altro tutto succede in un momento in cui il sindacato apre un dialogo esaltando le specificità della nostra regione, cioè i piccoli comuni. A proposito, abbiamo scoperto che Todi ha 5 mila abitanti. Sindaci sceriffi? C’è la legge, come per gli autovelox o i semafori, va fatta rispettare». Ferroni cita il caso positivo di Perugia e, sui super festivi, bacchetta anche l’opposizione in consiglio regionale (Urbani in testa): «Si muovono in base a chi comanda. Le commesse non sono moglie e madri di famiglia da difendere?». Polemica tosta. «La nostra linea è di lasciare tutti i negozi aperti – spiega Claudio Ricci, sindaco di Assisi –. Lo abbiamo fatto per il superfestivo di ieri, 25 aprile, e lo faremo anche per il primo maggio. È una posizione condivisa anche dai commercianti». Periodo di festa, ponti e negozi aperti, la polemica continua, «anche perché – prosegue – questi sono periodi che per una realtà come la nostra portano una percentuale enorme sul budget totale. Non avrebbe senso tenere le serrande abbassate». Ricci spera anche in una rilettura da parte della Regione delle norme che regolano le aperture per i commercianti. «Credo che Regione da una parte e Anci dall’altra – nota Ricci – rivaluteranno questa situazione più velocemente possibile, perché altrimenti sarebbe inutile continuare a parlare di promozione turistica ed eventi se poi i turisti trovano tutti i negozi chiusi». Sindacati sotto esame anche a Bastia, dove le saracinesche sono rimaste abbassate. La fotografia della situazione è Marco Caccinelli, presidente della Confcommercio locale:«La posizione dei sindacati è molto strana, vogliamo capire quali interessi stanno tutelando. Il loro ruolo in questa vicenda ci da più di una perplessità. Da un lato vogliono contenere le aperture domenicali e dei superfestivi, e dall’altro fanno accordi con la Regione per l’apertura dei negozi anche ieri». Una situazione difficile, che comunque, spiega Caccinelli, «deve tornare a tutelare gli interessi dei commercianti. Nei superfestivi si lavora come non mai, e non ha alcun senso chiudere i negozi con i turisti che rimangono a guardare le vetrine. L’apertura è un servizio». |