Tutti pronti a fare Bingo, arriva la tombola di Stato
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Tutti pronti a fare Bingo arriva la tombola di Stato
di LUISA GRION
ROMA - Arriva Bingo, la tombola di Stato. Niente a che vedere con le estrazioni alle sagre di paese o alle feste dell'Unità: stavolta a numeri e cartelle è affidato l'ingrato compito di risollevare la voce "giochi" nei bilanci delle Finanze. Una voce sempre consistente (nel '99, grazie soprattutto a Lotto e Superenalotto sono entrati oltre 34 miliardi) ma in netta crisi dopo le disavventure del "Gratta e vinci" di Curno, la concorrenza sfrenata dei videopoker e il sempre fiorente traffico delle giocate clandestine. Ora appunto gli occhi saranno puntati tutti sul Bingo, fromula che ha fatto la fortuna di molti paesi sudamericani, ma anche degli Usa e - in Europa - soprattutto della Spagna. Il gioco è niente di più e niente di meno che quello della classica tomnbola - con tanto di "77 le gambe delle donne" o "47 morto che parla" - ma stavolta dietro al "banco", attraverso licenze date ai privati, ci sarà lo Stato. Tutto comincerà a metà dell'anno prossimo, quando entreranno in funzione le prime 420 sale destinate a diventare 800 entro la fine del 2001. L'attività secondo le previsioni del ministero creerà 13 mila nuovi posti di lavoro e servirà a finanziare il restauro di beni culturali, ma anche la ricerca contro il cancro e le altre malattie gravi. Le modalità per partecipare al bando per l'assegnazione delle licenze - presentato ieri dal ministro Del Turco - sono dettagliatissime: dai metri quadri necesari per aprire l'attività (almeno 600) al numero di posti disponibili per stanza (almeno 300). Ma varrà la pena di partecipare: lo Stato infatti dal Bingo si aspetta 830 miliardi nel 2001 e 1600 circa nel 2002. Nelle casse del ministero entrerà infatti il 20 per cento delle poste giocate (ogni cartella costerà 3.000 lire) e un altro 3,8 per cento spetterà ai Monopoli che gestiranno e controlleranno il business. Ai gestori delle sale andrà il 18,2 per cento mentre ai giocatori andrà il 58 per cento del "piatto" (il 50 a chi fa tombola e l'8 per cento a chi fa cinquina). Le vincite non saranno quindi altissime, (se si considera un paio di cartelle a testa per un centinaio di giocatori la tombola varrà 300 mila lire), ma visto il frenetico ritmo delle giocate, con un po' di fortuna il gruzzolo potrebbe farsi interessante (le estrazione dovranno essere almeno 12 in un'ora e sala dovrà restare aperta per almeno otto ore). D'altra parte i soldi non sono tutto: l'obiettivo dichiarato è far sì che questi "megastore" del gioco diventino soprattutto centri di aggregazione. Come saranno dislocate le sale? Ogni regione avrà a disposizione un certo numero di licenze in proporzione ai residenti e alla loro propensione al gioco: il Lazio per esempio avrà diritto a 41 sale, la Lombardia 77, la Basilicata a 3. Chi gestirà le sale? Alle Finanze prevedono che il business interesserà soprattutto proprietari di sale cinematografiche fuori uso, supermercati in crisi di aree industriali dismesse. Chi ci giocherà? L'esperienza insegna che il Bingo piace soprattutto alle donne (in Spagna il 70 per cento), e agli anziani, attirati dal costo modesto della cartella e dalla possibilità di passare il tempo in compagnia. Ma Bingo a parte, sul fronte giochi le Finanze presentano per il 2001 altre due novità: la privatizzazione della gestione di "Gratta e vinci" e Lotterie e la moltiplicazione delle ricevitorie. Gli affari, per quanto riguarda le Lotterie, non vanno infatti bene come una volta: bisogna riconquistare la fiducia dei giocatori, rinnovare biglietti, rivedere la politica dei premi. Tutte attività che lo Stato, pur mantenendo il controllo e l'indirizzo sul settore, non se la sente più di gestire in prima persona. Da qui il bando per affidarla ai privati. Quanto alle ricevitorie, alle 15 mila già esistenti le Finanze hanno intenzione di affiancarne altre 20 mila nei prossimi due anni: una rete che non avrà pari in Europa dove i cittadini potranno anche chiedere certificati, pagare canone Rai e bollo auto, acquistare biglietti sportivi e culturali.
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