Turismo: per i big stranieri c'è solo la Sardegna

Martedí 22 Luglio 2003
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Per i big stranieri c'è solo la Sardegna In Parlamento un Osservatorio permanente
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MILANO - Forse qualcosa si muove. Rimasta per decenni del tutto esclusa dal circuito degli investimenti internazionali - c'erano solo alcuni villaggi vacanze del Club Med e uno della Robinson (della tedesca Tui), mentre le catene alberghiere non osavano avventurarsi neanche con la formula del franchising - l'industria turistica del Mezzogiorno adesso sembra raccogliere qualche attenzione. L'operazione che si profila per Framon Hotel segue infatti di poche settimane l'annuncio, da parte della Leading Hotels of the World, di voler creare un fondo d'investimento che partirà con 150 milioni di euro e che avrà lo scopo di offrire un supporto agli alberghi a proprietà familiare, spesso a corto di capitali. E, come ha dichiarato al Sole-24 Ore il presidente del consorzio del lusso, Paul M. McManus, la struttura dell'industria alberghiera italiana ne fa un target naturale, «in particolare proprio nel Mezzogiorno». Sempre nel comparto alberghiero, la Sicilia interessa alcuni gruppi stranieri (si è parlato, per esempio, di un investimento di Rocco Forte sulla costa di Sciacca), anche se certamente l'isola deve ancora fare molta strada per portarsi ai livelli della Sardegna, dove operano le americane Starwood e Colony (Costa Smeralda), l'anglo-giapponese Meridien (Forte Village), la spagnola Sol Melia (Olbia) e la francese Accor (Villasimius). Non è tutto. Dall'anno scorso è operativo in Italia il big europeo dei residence per le vacanze, ovvero il gruppo francese Pierre et Vacances, che ha rilevato l'intero comparto immobiliare dal gruppo Valtur. Sono poi finite sul mercato, con un'asta internazionale, una serie di "vecchie" proprietà di Sviluppo Italia, ereditate dalle precedenti gestioni dell'agenzia pubblica: nelle prossime settimane si saprà se e in che misura i capitali privati e quelli stranieri in particolare, avranno risposto. Nel frattempo, qualche attenzione in più arriva anche dal nostro Parlamento. Monitorare l'elaborazione legislativa per renderla compatibile con la promozione e la valorizzazione del turismo è infatti l'obiettivo sul quale puntano i 150 tra deputati e senatori che hanno aderito all'Osservatorio parlamentare sul Turismo costituito su iniziativa di Gianantonio Arnoldi (Fi) e Giovanni Lolli (Ds).
M.CAV.
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