Turismo. Legge quadro, le Regioni all'attacco
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Il Coordinamento degli assessori avverte il Governo: l'emanazione delle linee guida sarebbe un'invasione di campo
 Legge quadro, le Regioni all'attacco «La revisione costituzionale ha ormai sancito la nostra esclusiva competenza» - Già quattro i ricorsi alla Consulta Martino Cavalli
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MILANO - Affossata prima ancora del decollo. La nuova legge quadro del turismo, approvata appena pochi mesi fa, di fatto non è ancora operativa perché mancano linee guida e regolamenti attuativi. Ma le Regioni non perdono tempo e nell'attesa "consigliano" al Governo di non fare pericolosi passi avanti, perché la legge è sostanzialmente da buttare, anche alla luce della revisione costituzionale che nel frattempo ha sgomberato il campo da ogni residuo dubbio su chi abbia effettiva e totale competenza in materia. Il "siluro" è partito nei giorni scorsi da Firenze, dove si è tenuta la riunione del Coordinamento degli assessori regionali al Turismo. Dopo aver ricordato che «la legge costituzionale 3/2001 ha definitivamente sancito la competenza esclusiva delle Regioni rispetto alla materia del turismo», il documento varato al termine dei lavori individua proprio nel Coordinamento degli assessori «lo strumento fondamentale per armonizzare le politiche di sviluppo e modernizzazione del settore». «Relativamente alla problematica connessa alle cosiddette linee guida di cui alla legge 135/2001 (la nuova legge quadro, ndr) - continua il documento - le Regioni manifestano la propria netta contrarietà a ogni ipotesi di emanazione delle stesse da parte del Presidente del Consiglio dei ministri e nel contempo chiedono l'apertura di un tavolo di confronto operativo per lo sviluppo di una effettiva politica nazionale per il turismo». Il Governo, insomma, è avvisato: ognuno rispetti le proprie prerogative e non faccia "incursioni" in settori che non gli competono. Il lavoro portato avanti finora dagli uffici del ministero delle Attività produttive rischia dunque di essere buttato via, a meno di non voler avviare un delicato scontro istituzionale. Va ricordato tra l'altro che la legge quadro è stata impugnata davanti alla Corte costituzionale da quattro Regioni (Liguria, Lombardia, Piemonte e Veneto). Nel frattempo è stato portato a termine il già ricordato processo di revisione costituzionale che, secondo le amministrazioni pubbliche, ha ulteriormente spostato la bilancia a loro favore. Bisognerà ora attendere il parere della Consulta. Se il Coordinamento degli assessori frena il Governo sulle linee guida, contemporaneamente lo spinge all'azione su una parte della legge che invece non risente di problematiche "federaliste", ovvero la ripartizione del fondo di cofinanziamento previsto dall'articolo 6. A disposizione ci sono 270 miliardi di lire per il 2000, 80 per il 2001, 55 per il 2002 e 5 per il 2003 (anche se la Finanziaria 2002 dovrebbe portare cento miliardi di lire in più per gli anni 2002-03). In attesa di un segnale dal Governo, il Coordinamento ha definito i criteri in base ai quali questi fondi dovrebbero essere ripartiti tra le singole Regioni (proposta che dovrà poi passare al vaglio della Conferenza Stato-Regioni). I criteri, che sembrano premiare le aree più avanzate, sono quattro: il numero di alberghi presenti sul territorio e il coefficiente di occupazione delle camere (per un peso totale del 60%), il numero di presenze turistiche (30%) e il Pil regionale totale (per il rimanente 10%). Domenica 25 Novembre 2001
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