Trento. Turismo in sciopero per il contratto
martedì 29 aprile 2003
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Turismo in sciopero per il contratto In provincia oggi incroceranno le braccia 20 mila lavoratori
fermo da dieci anni»
di Francesca Quattromani
TRENTO. Questa mattina gli addetti del turismo incrociano le braccia, con una manifestazione di protesta che si terrà presso la sede dell'Unione Commercio e Turismo di Trento a partire dalle 9,30. Uno sciopero provinciale, quello indetto dai sindacati uniti Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Ulitucs-Uil, che interessa circa 20 mila lavoratori (tra stagionali e non), che operano in Trentino e che attendono il rinnovo del contratto di lavoro. Scaduto da un anno il contratto nazionale, ben più spinosa è la partita a livello provinciale, dove il contratto integrativo è bloccato da dieci anni. L'ultimo sciopero di categoria si ebbe, infatti, agli inizi degli anni novanta, per sollecitare le controparti (Unione Commercio, Associazione Albergatori e Confesercenti), a chiarire le posizioni contrattuali provinciali. Dopo la definizione della legge quadro nazionale, dove si chiede una revisione degli stipendi degli addetti di 80 euro lordi, il ritocco dei salari sarà di competenza provinciale (l'integrativo provinciale appunto), che è stato quantificato in 100 euro lordi (sul fisso), al mese. Il braccio di ferro con le categorie economiche locali non riguarda solo la tutela del potere d'acquisto dei salari, ma anche la difesa di diritti del lavoro. Sul fronte nazionale, i sindacati chiedono il miglioramento delle normative del contratto che, per il Trentino, si concentrano soprattutto nel settore degli operatori delle mense aziendali e scolastiche. In questo caso si tratta, per il 99%, di lavoratrici part time; donne che l'attuale contratto di lavoro tutela solo parzialmente in caso di malattia, infortunio, maternità e congedi, e che non copre (dal punto di vista previdenziale), i mesi estivi. Per questo motivo stamani saranno, presumibilmente, per la maggior parte le donne di questa categoria, a manifestare davanti all'Unione Commercio. «E' ora di dare un contratto adeguato a chi lavora», ha dichiarato Giovanni Zambelli della Fisascat Cisl presentando l'iniziativa che tra l'altro va anche contro la liberalizzazione selvaggia dell'orario di lavoro e la riduzione delle ore di formazione. «Dobbiamo sbloccare questa situazione, - ha precisato Zambelli, - sollecitando la controparte a pronunciarsi sul fronte contrattuale». Se la questione è "a buon punto" a livello nazionale, in provincia non si può dire altrettanto. Secondo Fisascat Cisl, infatti, «molti sarebbero gli interessi economici delle associazioni nella partita della giusta retribuzione per chi lavora nel settore del turismo».
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