18/3/2002 ore: 12:41
Tremonti apre il fronte pensioni
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LUNEDÌ, 18 MARZO 2002 |
Pagina 2 - Economia |
Articolo 18, oggi Pezzotta decide sullo sciopero generale. Angeletti: "Saremo compatti" |
Tremonti apre il fronte pensioni |
Il ministro:"Discutiamone". Primi no di Cisl e Uil |
Il governo accelera: "I contenuti della delega sono quelli che ci chiede l´Europa" |
DAL NOSTRO INVIATO GIORGIO LONARDI |
CERNOBBIO - E adesso sarà la volta delle pensioni. Non subito, non immediatamente, ma presto, forse nel giro di un paio di mesi. Lo ha fatto capire ieri a Cernobbio Giulio Tremonti durante il meeting economico di Confcommercio spiegando che per la riforma delle pensioni il governo vuole rispettare le deleghe già presentate iniziando «un dialogo forte e positivo con i sindacati». Peccato, però che Cgil, Cisl, Uil di dialogo, almeno fino a quando rimarrà fra i piedi il macigno dell´articolo 18, non vogliono sentire parlare. È quindi probabile che il governo stesso si veda costretto a proseguire da solo o in compagnia di Confindustria. Un prospettiva che allarma il segreterio della Uil Luigi Angeletti che sente puzza di bruciato: «La riforma è stata già fatta e non c´è motivo per cambiarla». Fa la voce grossa anche Savino Pezzotta, gran capo della Cisl: «I sindacati non temono le minacce di Berlusconi di alzare l´età pensionabile». Certo, Tremonti ha cercato di rassicurare i sindacati sforzandosi di sgombrare il campo da ogni sospetto su una eventuale «spallata» sulle pensioni. Un compito delicato dopo le rivelazioni di Repubblica che ha sorpreso a Barcellona un Silvio Berlusconi sempre più tentato dall´idea di piegare Cgil, Cisl e Uil alzando in un sol colpo l´età pensionistica a 65 anni per tutti. E così, fra i giardini ubertosi di Villa d´Este, Giulio Tremonti si è impegnato in una strategia del sorriso stringendo la mano di Savino Pezzotta e posando davanti ai fotografi con i sindacalisti e i leader di Confcommercio. È un po´ come se avesse voluto spiegare: «Di me vi potete fidare, sulle pensioni non ci saranno scherzi». D´altronde è sempre stato lui, Tremonti, a distribuire a tutti i giornalisti la prova dell´affidabilità del governo: un maxi-manifesto, anzi un vero e proprio lenzuolo di carta in cui erano elencati puntigliosamente i 24 provvedimenti finanziari approvati finora dall´esecutivo. «La logica della delega sulle pensioni», ha precisato dunque il ministro dell´Economia, «prevede la fine della paura, la blindatura dei diritti acquisiti, quindi incentivazioni a sostegno della permanenza sul mercato del lavoro di chi vuole restare». Niente a che vedere, dunque, con le tentazioni di Silvio Berlusconi. Tremonti ha infatti sottolineato che «la delega con i suoi contenuti è esattamente la nostra linea. Ed è esattamente quello che chiede l´Europa, quanto è uscito da Barcellona. Su questo andremo avanti, discutendone fortemente e positivamente con i sindacati». Tutto tranquillo all´insegna dell´ordinaria amministrazione, quindi? Il leader della Uil Luigi Angeletti, è apparso diffidente. Lui e Pezzotta sono sempre più guardinghi nei confronti di un governo che ha deluso quella parte del sindacato disposta a negoziare. «La riforma delle pensioni è già stata fatta e non c´è motivo per cambiarla», ha ricordato Angeletti riferendosi all´ipotesi formulata dal Presidente del Consiglio, «e nella delega sono chiaramente esplicitate le linee». Poi ha precisato: «Ho un´opinione alta delle istituzioni e non credo che il governo debba subordinare possibili concessioni ai sindacati o alla Confindustria». Quanto allo sciopero generale sull´articolo 18 il segretario della Uil non ha dubbi: «Sarà unitario». Ancora più duro Pezzotta: «Io non ho mai fatto la politica delle minacce». Poi ha ggiunto sorridendo: «Non ho certo capito a che cosa alludesse il presidente del consiglio: lo dica chiaramente in modo che così lo sappiano anche gli italiani, e dopo noi costruiremo le nostre risposte. Se lui ha paura dello sciopero generale sull´ articolo 18 noi certo non temiamo qualche minaccia velata. Assolutamente no». E oggi la Cisl riunisce il suo esecutivo: deve decidere la data dello sciopero generale. |