13/7/2006 ore: 10:00
Tornano a crescere gli infortuni sul lavoro
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Pagina 16 - Economia & lavoro Nel 2006 tornano a crescere gli infortuni sul lavoro di Felicia Masocco / Roma QUATTRO PER CENTO IN PI? Il 2006 si ? aperto sotto i peggiori auspici per gli infortuni sul lavoro che nel primo trimestre dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2005 spiccano un balzo in avanti che l’Inail stima tra il 3 e il 4%. ? abbastanza per allungare un’ombra sui dati relativi al 2005 contenuti nel rapporto che l’Istituto ha presentato ieri e che sono stati accompagnati da parole di soddisfazione perch? l’anno passato le denunce sono state 939.566, in calo del 2,8%. Un trend positivo (ammesso che possa esserlo un fenomeno che conta morti e feriti) anche se resta il legittimo sospetto che non tutti gli incidenti vengano denunciati. Un dubbio difficile da fugare, perch? per ovvie ragioni l’Inail registra solo le denunce delle aziende. Stando a queste l’istituto sottolinea come ?per la prima volta nella storia? il numero degli incidenti mortali sul lavoro resta sotto la soglia di 1.300?. La media ? di 3,5 morti al giorno, ed ? drammatica. Gli infortuni sul lavoro costando vite e dolore, ma sono amari anche i costi economici, l’anno scorso pari a 41 miliardi, il 3,2% del Pil, in pratica una legge Finanziaria. Da aggiungere poi che se gli uomini si infortunano di meno (-4%) gli incidenti tra le donne aumentano (+0,5%) ?perch? aumenta l’occupazione femminile? argomentano all’Inail. E quantunque calino gli infortuni (o meglio, le denunce) con vittime cittadini extracomunitari (-2,8%), restano loro i pi? colpiti: sono il 50% in pi? degli italiani e dei lavoratori comunitari. Il quadro fornito dall’Inail lascia insoddisfatti i sindacati e l’Anmil, che accusano il vertice dell’istituto di non fare abbastanza e ne chiedono il ricambio. ?L’unica cosa certa ? che gli infortuni sono in aumento nei primi mesi del 2006 - commenta Pietro Mercandelli, presidente dell’Anmil -. E non mi pare che l’Inail abbia assunto in questi anni la mentalit? giusta per contrastare il fenomeno?. Sotto accusa gli argomenti portati per spiegare l’aumento: starebbe nella ripresa economica, nella crescita degli ordinativi, del fatturato, dell’occupazione. Per Mercandelli ?equivale a dire che gli infortuni sono ineluttabili, cos? si nega la necessit? di misure di prevenzione pi? forti?. La Cgil, con Paola Agnello Modica chiede ?al governo una convocazione per discutere le contromisure pi? urgenti? e contesta i dati ?perch? andrebbero integrati con i 200mila infortuni stimati, legati al lavoro nero e con le morti da malattie professionali?. I ministri del Lavoro, Damiano, e delle Infrastrutture, Di Pietro, hanno intanto annunciato un emendamento al decreto-Bersani con misure per il contrasto al lavoro nero e per la sicurezza, in particolare nell’edilizia. Un ?confronto vero? va aperto anche per Renzo Bellini (Cisl), ?ci sono 9 miliardi accantonati dall’Inail in un conto corrente presso il ministero del Tesoro?, potrebbero essere usati per prevenire. Tornando ai dati, nel 2005 gli infortuni sono scesi in agricoltura (-4,3%) e nell’industria e servizi (-2,8%). Sono cresciuti (1,4%) fra i lavoratori pubblici; nell’edilizia sono calati del 5%. In crescita gli infortuni in itinere (lungo il percorso casa-lavoro), passati 84.500 ai quasi 87mila del 2005. |