8/6/2007 ore: 10:44
Torino. L'esercito delle 30mila «colf»
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Prima Pagina (segue a pagina XI) - Torino Sette su 10 sono straniere Sono quasi 30mila in tutto il Torinese: pagamenti in nero e pochi diritti «Abbiamo scelto il giovedì perché è il giorno in cui le lavoratrici hanno solitamente la mezza giornata di riposo oltre alla domenica - afferma Ramona Campari, dirigente nazionale della Filcams - Ma uno dei problemi che denunciano più spesso è proprio la difficoltà di farsi riconoscere ferie, riposi, permessi e straordinari. Sono lavoratrici che vivono ai margini dei diritti». Teresa è peruviana, è andata a trovare i suoi figli a casa. Avrebbe dovuto fermarsi un mese, ma dopo due settimane un´amica le ha telefonato perché il suo datore di lavoro aveva preso un´altra: lei è tornata col primo volo, ma il lavoro non l´ha più avuto. Luisa viene dall´Ecuador, il suo datore di lavoro la voleva assumere, ma a patto che lei firmasse un foglio in cui rinunciava ad avere un bambino. «Non l´ho fatto e mi ha licenziata», racconta. A febbraio il rinnovo del contratto ha portato una grande novità: «Per la prima volta è stata riconosciuto il ruolo del badante - dice Ramona Campari - In questo modo si cerca di regolarizzare una figura diventata importantissima per le famiglie, non solo per quelle abbienti». Il contratto ha elevato di molto (450 euro in più) i minimi salariali, adeguandosi a quanto effettivamente già pagato dai datori di lavoro: in media 850 euro per una collaboratrice fissa con vitto e alloggio, 1.200 se l´assistito non è autosufficiente. Per chi non convive la paga oraria varia, a seconda delle mansioni, da un minimo di 4 euro a un massimo di 7,10 euro, mentre con il vecchio contratto si andava da 3,25 a 5,87 euro l´ora. Dal primo gennaio la Filcams-Cgil ha istituito in via Pedrotti 5 uno sportello informativo al quale in questi mesi si sono rivolte circa 150 persone per conoscere i propri diritti, dal Tfr agli scatti di anzianità, dalle malattie agli infortuni, e sfogare lo stress fisico e psicologico che questi lavori comportano. Quello delle colf, infatti, è un esercito complesso e multiforme: c´è chi lo vive come una professione stabile e chi come un´occupazione transitoria in attesa di tornare in patria o cercare un lavoro migliore, chi vuole essere regolarizzata, chi preferisce guadagnare qualcosa in più in nero e chi si è ammalata per non aver dormito per mesi interi accanto ad anziani moribondi. Come Maria Salagean, 54 anni, arrivata 8 anni fa dalla Romania, che parte al mattino col primo metro delle 5.30 e torna la sera alle 9 passate dopo aver fatto pulizie in uffici per metà giornata e accudito un´anziana donna per l´altra metà. «Ho cresciuto i miei figli al telefono - racconta - Per cinque anni ho accudito due anziani che poi sono morti, poi ho trovato un anziano che mi ha anche picchiata. Non è facile, mi piacerebbe fare un lavoro migliore. In Romania ero una contabile. Ma alla fine sto meglio qui, mi sento già un po´ italiana». |