6/5/2004 ore: 11:15
Torino. Il tempo dei supermercati
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TORINO
GIOVEDÌ 6 MAGGIO 2004 |
Pagina XII |
I manager: la corsa non è finita, c´è ancora spazio
Tuteur (Auchan): "Un centro commerciale garantisce nuovi posti anche nell´indotto" Augenti (Carrefour): "La nuova legge ci allontana ancora di più dagli standard europei" Gillone, presidente di Novacoop: "Dopo il boom, si può crescere di un 40 per cento. Penso soprattutto alle altre province" Secondo Findomestic il Piemonte è la regione leader nel rapporto tra il numero degli abitanti e la superficie destinata alla grande distribuzione |
DIEGO LONGHIN
Ormai tra grandi e piccoli è una lotta nella quale è intervenuta anche la Regione che, prima di Natale, ha cercato di frenare lo sviluppo dei centri commerciali con una legge che pone nuovi paletti. Ma la distribuzione organizzata non ha intenzione di arretrare, anzi, sono ancora molti gli spazi aperti in Piemonte. «Negli ultimi dieci-quindici anni c´è stata una notevole crescita ? taglia corto Fabrizio Gillone, presidente di Novacoop ? ma si può pensare ancora ad un balzo in avanti di circa il 40 per cento rispetto ai centri esistenti». Esempi? «A Torino c´è già una buona presenza di strutture, ma l´Astigiano è sguarnito, così come non si può pensare che nei medi centri delle province non sia utile installare ipermercati» . Oggi, secondo i dati dell´Osservatorio del Commercio, a fare da contraltare ai 60.398 negozi, il 93 per cento della rete distributiva, ci sono oltre 4.221 medie strutture, supermercati di varia metratura, 121 ipermercati e 112 centri commerciali, cresciuti nel 2003 rispettivamente dell´8 e dell´8,7 per cento, mentre gli esercizi di vicinato si sono fermati ad un più 1,9 per cento. Per l´Osservatorio sui Consumi della Findomestic il Piemonte è la prima regione in classifica, facendo il rapporto tra la superficie di vendita della distribuzione organizzata e il numero degli abitanti: 6,92 metri quadri ogni mille abitanti contro una media nazionale di 4,89 metri. «E´ questione di legge domanda-offerta ? sottolinea Gillone ? rispondiamo solo ad una richiesta dei clienti. Basta guardare cosa succede con le aperture domenicali: l´afflusso di gente è elevato, il fatturato generato è pari al 20-25 per cento di quello che si realizza in una normale settimana». Ma la giornata super per la spesa rimane comunque il sabato, anche se in seconda posizione si piazza proprio la domenica e agli stessi operatori non dispiacerebbe avere più libertà nell´aprire i battenti durante le feste. «Siamo lontani dagli standard europei ? sostiene Sonia Augenti, responsabile relazioni esterne di Carrefour ? e la normativa vincolante italiana non ci aiuta. C´era stata un´apertura con il decreto Bersani, ma è stato mal applicato e alcune leggi approvate di recente, come quella del Piemonte, ci riportano indietro. Introduce dei paletti tecnici, legati ai metri quadri, troppo rigidi, senza pensare allo sviluppo urbanistico complessivo». Non solo una questione di business, ma di servizio e soprattutto di occupazione che cresce. «L´apertura di un centro ? sottolinea Anna Tuteur, responsabile relazioni esterne Auchan-Gruppo Rinascente - vuol dire nuovi posti di lavoro, sia diretti sia nell´indotto, dalle società di pulizia a quelle di sicurezza, e negli esercizi all´interno delle gallerie commerciali. In più rappresenta un´opportunità per le piccole e medie imprese dell´area». La corsa dei grandi non si ferma e per gli operatori del settore non c´è rischio di saturazione o di cannibalizzarsi l´un con l´altro. Il mercato è ampio: il 50,2 per cento dei piemontesi secondo l´Unioncamere regionale compra abitualmente nei supermercati e nei centri commerciali. Punto di forza l´offerta varia rispetto ai negozi e, soprattutto, i prezzi, rilevanti in un periodo di crescita dell´inflazione. Si spiega così l´aumento del numero degli hard-discount: negli ultimi due anni c´è stata un´impennata, soprattutto della catena tedesca Lidl. In generale la grande distribuzione garantisce convenienza, stabilità dei prezzi e salvaguardia del potere d´acquisto. False virtù per i commercianti, che non voglio essere indicati come i responsabili del caro-euro. «Lo dicono i dati ? ribatte Tuteur ? a marzo 2004 secondo le rilevazioni Iri-Infoscan il "prezzo" del carrello medio negli ipermercati è sceso dello 0,7 per cento rispetto all´anno precedente e per i clienti Auchan il dato è inferiore, siamo a meno 1,6 per cento. E´ chiaro che sono i centri commerciali che stimolano e rilanciano i consumi». |
Pagina XII - Torino |
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(d. lon.) |