14/6/2006 ore: 11:14

Torino. Ikea: cade l’obbligo di lavorare tutte le domeniche

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    mercoled? 14 giugno 2006

    Pagina - Torino

    OCCUPAZIONE VANTAGGI PER GIOVANI E DONNE, AUMENTA LA RETRIBUZIONE DEL PART TIME

    Integrativo Ikea, cade l’obbligo
    di lavorare tutte le domeniche

    Non ne potevano pi? e finalmente potranno non lavorare tutte le domeniche: nel contratto integrativo siglato da Cgil, Cisl, Uil del commercio, i giovani lavoratori della Ikea di Grugliasco, come tutti gli altri disseminati lungo la penisola, avranno un tetto massimo di 39 domeniche lavorative all’anno.
      Nel grande centro di arredamento, che occupa circa 400 addetti di cui moltissime donne, l’esigenza di disporre di qualche domenica libera da trascorrere con la famiglia era molto forte anche perch? solo gli assunti pi? recenti avevano l’obbligo al lavoro domenicale; gli altri pi? anziani potevano scegliere. Con questo accordo i contratti cosiddetti weekend potranno essere utilizzati d’ora in poi solo da studenti.
        L’integrativo, approvato all’unanimit? dall’assemblea, ? stato siglato dopo un anno di trattative e prevede anche un altro elemento molto importante: l’innalzamento a 20 ore da 16 del part time, un contratto che riguarda l’80% degli addetti, quasi tutte donne.
          In questo modo il salario viene, seppur di poco, aumentato. Infine il premio che ? stato fissato in 1.360 euro lordi all’anno a cui si aggiunge un premio legato alla soddisfazione dei clienti di 110 euro annui. Commenta Elena Ferro, segretaria della Filcams-Cgil: ?Siamo soddisfatti di questo contratto integrativo perch? si ? ristabilita l’uguaglianza tra i lavoratori della Ikea. I giovani spesso hanno i contratti peggiori, quelli con l’orario pi? disagiato e in questo modo si sono ristabiliti diritti per tutti?. Aggiunge: ?L’innalzamento del part time a 20 ore serve a incrementare un poco il reddito molto basso delle lavoratrici sapendo che nel settore quasi nessuna sceglie il tempo parziale, ma lo subisce. Con le 20 ore, inoltre, verranno redistribuiti i carichi di lavoro con vantaggio per tutti?.

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