28/11/2005 ore: 11:26

Torino. Ascom, Billè si chiama fuori

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    sabato 26 novembre 2005

    Pagina VII-Torino

    In via Massena torna il clima avvelenato dei precedenti casi Grandis e Guala. Bracco non vuole mollare
      Ascom, Billè si chiama fuori
        Nessuna investitura dal presidente Confcommercio

        GINO LI VELI
          «So che c´è una certa criticità all´Ascom di Torino. Voglio raccogliere qualche elemento in più prima di esprimere un parere. E al momento non ci può essere alcuna indicazione da parte mia , in un senso o nell´altro. Mi spiace, non posso dire di più». Così Sergio Billè, numero uno di Confcommercio, si esprime, al telefono da Roma, sulla nuova bufera che ha investito l´associazione dei commercianti di via Massena: la sfiducia al presidente Giuseppe Bracco da parte di un gruppo di esponenti della giunta dell´organizzazione tra cui due vicepresidenti (Maria Luisa Coppa e Carlo Nebiolo), la replica di Bracco che ieri in un´intervista a Repubblica li ha accusati senza mezzi termini di essere spinti da motivi politici (mossi dal centrodestra) e di essere preoccupati dal fatto che lui stia tirando fuori i documenti ufficiali che attestano la difficile situazione economica dell´associazione, gravata da un pesante debito. In via Massena sembra essere tornato il clima di dieci e vent´anni fa, quando altre tempeste si abbatteranno su quella che è sempre stata considerata una delle più importanti organizzazioni di categoria della città: nell´86 la cacciata del presidente Giovanni Grandis, accusato di aver sottratto fondi alle casse dell´associazione e otto anni dopo le dimissioni di Ottavio Guala, travolto dalle tangenti per la realizzazione della shopville Le Gru.

          In entrambi i casi fu Giuseppe De Maria a prendere in mano l´associazione: temporaneamente per il «dopo Grandis», per dieci anni invece quando si trattò di prendere il posto dell´ex capo dei grossisti alimentari. De Maria è scomparso il 1 gennaio scorso, senza designare eredi. Lo ha sostituito qualche settimana dopo Giuseppe Bracco, ex assessore comunale, docente di Economia all´Università, con un passato di leader dell´associazione panificatori. E´ sotto accusa per una «gestione grigia, che ha fatto perdere smalto e ruolo all´Ascom». Ma la critica più severa è sull´accantonamento del progetto Ascom Village. Bracco ribatte con i numeri, con il pesante indebitamento. Parole che hanno fatto scalpore Maria Luisa Coppa, per anni fedele collaboratrice di De Maria, replica: «Le accuse del presidente non meritano neanche una risposta. C´è il giudizio degli operatori. Il 30 novembre prima la giunta e poi il Consiglio dell´associazione, cui spetta il compito di eleggere il presidente, decideranno». In quell´occasione Bracco conta di presentare tutte le cifre, a suo modo di vedere «inoppugnabili». individuate già cinque-sei mesi fa. Forte, si dice, è la sua voglia di liberarsi di un incarico che pensava di prestigio e che si sta rivelando un macigno. Altrettanto grande pare sia il suo desiderio di passare la patata bollente a chi lo sta attaccando. Ma il docente è anche un combattente, seppur diverso nello stile, dal suo predecessore. E può far valere, in questa sfida, il contributo che ha dato, qualche giorno fa, votando a favore del «salvataggio» di Sergio Billè, nel consiglio Confcommercio. E l´organizzazione nazionale potrebbe intervenire, come fece all´epoca dello scandalo Guala, risanando parte dei debiti.

          Nella querelle interviene Gianfranco De Maria, figlio di «Pino dei fiori»: «L´unico mio desiderio è che non si cominci a mettere in discussione la figura e il ruolo di mio padre. Non faccio parte dell´Ascom. Ma so che ha lasciato una situazione perfetta, con un grande progetto da realizzare, su cui c´era stato il massimo consenso delle istituzioni. Non sarebbe stato così se ci fosse stato il grave indebitamento di cui si parla».


            I CONTI

            Oltre 2 milioni di crediti non esigibili
            La società dei servizi appesantita dai debiti

            Ma dove si trova il buco Ascom? Gran parte nelle pieghe del bilancio di Ascom Servizi, società che gestisce servizi, come le paghe e la contabilità, per associati ed altre aziende. Il 2004 si è chiuso con una perdita di 72.119 euro, ma non è questa la cifra che preoccupa il presidente dell´Ascom, Giuseppe Bracco. Il problema sono i crediti, più di 2 milioni e 248 mila euro, gran parte dei quali si possono considerare come persi. In pratica passivi. Il 27 per cento dei crediti, ad esempio, è datato oltre i tre anni. Il che vuol dire oltre 607 mila euro di fatture che non verranno mai pagate. L´11 per cento è vecchio di due anni e il 62 per cento dei crediti risale solo al 2004. Un problema evidenziato anche dai sindaci nella loro relazione sull´ultimo bilancio, così come la persistente crescita delle spese relative al personale. Costi che si aggirano oltre ai 3 milioni e 800 mila euro e che si mangiano il 74,4 per cento del fatturato. Sintomo, perlomeno, di una cattiva e soprattutto non redditizia gestione.
            (d.lon.)

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