24/5/2006 ore: 11:29

Tiboni è sul piede di guerra

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      Luned? 22 maggio 2006
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    Diario sindacale
    a cura di Enrico Marro/emarro@rcs.it
      Tiboni ? sul piede di guerra
        Il leader Cub contro Cgil, Cisl e Uil sulle quote d'ufficio. A bocca asciutta con il governo, Musi spera nelle commissioni. Al Cnel, primo sciopero


        Piergiorgio Tiboni, leader della Cub, la confederazione dei cobas, accusa Cgil, Cisl e Uil di voler ?scippare? 20-25 euro ai lavoratori non iscritti. Succede, dice Tiboni, che nel contratto tessile e in quello delle telecomunicazioni ? stata inserita una quota di partecipazione alle spese del rinnovo contrattuale che prevede ?il prelievo automatico, salvo invio di apposita lettera all’azienda da inviare entro 5 giorni, di 20 o 25 euro per i lavoratori full-time e di 10 euro per quelli part-time non iscritti ai sindacati stipulanti, Cgil, Cisl e Uil?. Un sistema inaccettabile, per la Cub: ?Non pu? valere la regola del silenzio assenso. Al lavoratore deve essere esplicitamente chiesto se vuole versare oppure no?.
          Replica Valeria Fedeli , segretario nazionale dei tessili Cgil: ?Non c’? nessun automatismo e nessun prelievo all’insaputa del dipendente. Il lavoratore non iscritto a Cgil, Cisl e Uil trova in busta paga una comunicazione con la quale lo si informa del contributo. Se non vuole darlo basta che riconsegni all’azienda il foglio col proprio no. ? una formula non nuova, che prevede la partecipazione libera e volontaria dei lavoratori, anche non iscritti, visto che il contratto vale per tutti?. Posizioni inconciliabili.
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              Dovrebbe essere la sede pi? alta del dialogo tra le parti sociali, il parlamentino delle imprese e dei sindacati e fare da punto di riferimento delle relazioni industriali. Ma mercoled? i lavoratori del Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro, organo di rilevanza costituzionale, manifesteranno davanti a Villa Lubin, per rivendicare il rinnovo del contratto di lavoro, scaduto da pi? di quattro anni. L’iniziativa, senza precedenti nella storia del Cnel, ? stata proclamata da Cgil, Cisl Uil e Ugl che accusano il Consiglio di non dar corso all’accordo raggiunto per il rinnovo. Il presidente Antonio Marzano ha cercato di evitare il precipitare della situazione e ha scritto una lettera al ministro della Funzione pubblica, Luigi Nicolais . Ma l’ostacolo non ? di poco conto: sono i rilievi del ministero dell’Economia sui costi del contratto.
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                  Prosegue l’ascesa degli ex sindacalisti nel nuovo quadro politico. Dopo Franco Marini e Fausto Bertinotti ai vertici delle Camere, ? arrivata una numerosa pattuglia di ex anche al governo. Il ministero del Lavoro ? stato completamente conquistato: Cesare Damiano ministro (ex Cgil), Rosi Rinaldi sottosegretario (ex Cgil) e Antonio Montagnino (ex Cisl). Dalla Cgil (delegato Fiom) viene anche un altro ministro, Paolo Ferrero (Solidariet? sociale), che avr? come sottosegretario Franca Donaggio (ex Cgil trasporti). Viceministro per il Mezzogiorno ? l’ex segretario della Cisl, Sergio D’Antoni mentre arriva direttamente dalla Cgil Gian Paolo Patta , sottosegretario alla Salute. Tra i viceministri (agli Esteri) c’? anche Patrizia Sentinelli (ex Cgil scuola). All’Economia, torna come sottosegretario Alfiero Grandi (ex Cgil). A bocca asciutta ? restata la Uil. Ma l’ex segretario aggiunto Adriano Musi , eletto alla Camera, potr? provarci con le presidenze delle commissioni.
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                      Il congresso ? finito da due mesi e mezzo, le elezioni ci sono state, il governo ? stato formato. Non ci sono pi? motivi per rinviare l’elezione della nuova segreteria Cgil. Il problema principale per Guglielmo Epifani riguarda le due sinistre interne. Quella pi? moderata, che dopo l’uscita di Patta reclama un posto, e quella radicale che, attraverso il leader della Fiom, Gianni Rinaldini , ha candidato il rifondarolo Giorgio Cremaschi . Con poche chance. Ma fino a qualche settimana fa chi avrebbe scommesso su Bertinotti presidente della Camera?

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