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Tfr e fondi: le adesioni hanno già raggiunto il 40%

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    lunedì 9 luglio 2007

    Pagina 4 - Economia



    Tfr e fondi, c’è un primo successo:
    le adesioni hanno già raggiunto il 40%
      Le rilevazioni soddisfano il ministro del Lavoro, Damiano: c’è stata un’accelerazione in giugno, decisione consapevole dei lavoratori

      di Luigina Venturelli / Milano

      È già stato centrato l’obiettivo del 40% di adesioni alla previdenza complementare. Per ora si tratta di stime (i dati effettivi saranno disponibili solo a partire dalla metà di luglio), ma i segnali raccolti finora fanno tirare un sospiro di sollievo al ministero del Lavoro: nel mese di giugno c’è stata «un’impennata» delle iscrizioni.

      «Naturalmente io sono come San Tommaso, finchè non vedo non credo» ha precisato Cesare Damiano. Ma resta palpabile la soddisfazione per aver tagliato in anticipo un traguardo che, tra innumerevoli preoccupazioni ed aspettative, era stato originariamente fissato per la fine dell’anno. «Potremo sapere qual è il risultato definitivo solo dopo la chiusura del resoconto a metà luglio. Per il silenzio assenso poi dovremo aspettare settembre, ma in ogni caso sono soddisfatto».

      A confortare non è solo l’alta percentuale di adesioni, ma soprattutto la scelta consapevole operata dalla stragrande maggioranza dei lavoratori. «Quello che più mi conforta - ha sottolineato il ministro del Lavoro - è che, dalle indicazioni che emergono, sono moltissimi quelli che comunque hanno scelto. Sia di lasciare il Tfr in azienda, sia di destinarlo alla previdenza complementare, mentre il silenzio assenso dovrebbe riguardare un 10% dei lavoratori interessati». Poca cosa rispetto ai timori degli esordi della riforma, quando il Tfr era faccenda di dibattito politico più che di discussione nei luoghi di lavoro.

      «Ci troviamo già di fronte a una crescita molto importante - ha proseguito Damiano - ma la data del 30 giugno è solo una tappa di un percorso che rimane aperto negli anni a venire». Molti di coloro che hanno lasciato il loro Tfr in azienda, magari perchè scettici nei confronti della novità, potrebbe infatti decidersi alla previdenza complementare negli anni a venire. Ma già questo primo bilancio permette, secondo il ministro, di affermare che «la scelta di anticipare la riforma della previdenza complementare di un anno, a partire dal primo gennaio 2007, è risultata giusta».

      Per raggiungere quest’obiettivo, si è rivelata indispensabile la massiccia campagna di informazione messa in campo, «la più importante realizzata dal governo dai tempi dell’euro». Lo dimostrano i numeri: oltre 7mila spot sulle televisioni e più di 30mila sulle radio, annunci pubblicati sistematicamente sulla stampa, affissioni nelle principali città e stazioni ferroviarie, realizzazione di brochure esplicative, circa 143mila chiamate ricevute al centro di contatto 800.196.196 ed un sito interamente dedicato alla riforma della previdenza complementare, www.tfr.gov.it. Tra le iniziative dell’esecutivo si conta anche un gruppo di lavoro (la struttura di missione sul Tfr) creato ad hoc per implementare le azioni di comunicazione e collaborazioni con Covip, Inps, Mefop e consulenti del lavoro «per consentire che un argomento tanto complesso dal punto di vista giuridico fosse alla portata dei cittadini».

      Restano da risolvere i nodi del pubblico impiego e della multiforme area del lavoro atipico. Il prossimo obiettivo, ha insistito Damiano, è ora «quello di consentire a tutti i lavoratori del settore pubblico di disporre degli strumenti per poter aderire anche loro alla previdenza complementare, e quindi di rientrare a pieno titolo nell’ambito di applicazione della nuova normativa. Dovremo poi creare le condizioni perchè anche i lavoratori sprovvisti di Tfr possano avere a disposizione strumenti specifici per potersi creare una pensione complementare».

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