15/6/2004 ore: 12:36
Teramo. Upim, la vendita si avvicina
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MARTEDÌ, 15 GIUGNO 2004 |
Pagina 12 - Teramo |
Upim, la vendita si avvicina |
Forza sociali preoccupate «Licenziamenti in vista» |
COMMERCIO IN AFFANNO |
ROSSANO ORLANDO |
LANCIANO. E’ più vicina la cordata d’imprenditori all’acquisto dell’Upim di corso Trento e Trieste. L’azienda del gruppo Fiat nell’incontro con i sindacati di ieri ha ribadito la cessazione dell’attività agli inizi di agosto con il ricorso alle procedure di mobilità per i 13 dipendenti. Significa che per il personale scatterà il licenziamento, con l’attivazione degli incentivi previsti dalle leggi. E che non ci sarà il tanto atteso trasferimento d’azienda, dalla società uscente all’acquirente. In pratica chi si insedia nei locali di proprietà dell’azienda potrà organizzare l’attività che vorrà con il personale scelto a proprio piacimento. «L’azienda si è mantenuta sulle sue», ha detto Marco Di Rocco, della Filcams Cgil, «senza darci i dati ufficali sulla cessione dell’attività. In pratica ha solo ribadito che chiuderà il magazzino. E che c’è una cordata d’imprenditori che ha mostrato un certo interesse all’acquisto (tra i quali il lancianese Consiglio Paione, ndr, da anni all’apice di una catena di supermercati). Una cosa è certa: l’Upim vuole chiudere l’attività, con un accordo per il ricorso alla procedura di mobilità. A noi non basta», ha continuato Di Rocco, «perché vogliamo conoscere chi è che compra. Ecco, è il tempo di ragionare sulle garanzie». Al momento è stato fissato un nuovo incontro con la proprietà per mercoledì 30 giugno: in quella occasione l’azienda porterà i dati definitivi sulla vendita e se questa operazione verrà concretizzata agli inizi del prossimo mese. Venerdì 18, alle 10, sindacati e lavoratori sono stati convocati da prefetto Aldo Vaccaro: al rappresentante del governo manifesteranno il loro dissenso sulla politica del licenzamento. Prima di quella data, invece, forze sociali e dipendenti torneranno a incontrare il sindaco Filippo Paolini. «Al primo cittadino cittadino», ha ripreso Di Rocco, «spiegheremo che l’Upim vuole licenziare e vendere e che la partita ha preso una piega che non ci piace. A questo punto studieremo anche altre forme di lotta da intraprendere, a cominciare dagli scioperi finora rinviati solo per capire meglio come stavano realmente le cose». L’annuncio della chiusura dell’Upim, dopo oltre 30 anni di attività sul Corso, ha suscitato clamore in città. I sindacati sono preoccupati per l’ipotesi di riconversione di quei locali, di proprietà della società, e per il fatto che i 2 milioni di euro annui di fatturato dell’Upim comunque erano collegati alle attività di servizio del centro città. |