1/12/2004 ore: 10:07
Tenaglia di Confindustria e sindacati
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mercoledì 1 dicembre 2004 Pagina 2 - Economia IL RETROSCENA Tenaglia di Confindustria e sindacati "A braccetto no, ma obiettivi uguali" Dopo lo sciopero, i sindacati metteranno in atto un´offensiva a difesa dei servizi pubblici, della sanità, della scuola, dell´università, in generale del lavoro pubblico. La Confindustria proseguirà sulla strada delle intese con le altre organizzazioni sociali (ieri ha sottoscritto quella con le banche) ma soprattutto continuerà a sollevare la questione della perdita di competitività dell´Italia, a causa anche di riforme mancate, dal risparmio, alle professioni, al diritto fallimentare. Due strategie distinte che in alcuni casi - come è stato sul Mezzogiorno - potranno trovare punti di contatto. Nulla di più. E non a caso, anche ieri Montezemolo ha ripetuto ai suoi che non intende farsi strumentalizzare in chiave politica. «Non facciamoci tirare per la giacchetta», ha detto. I sindacati, intanto. Nei prossimi giorni i tre leader Guglielmo Epifani, Savino Pezzotta e Luigi Angeletti andranno in Giappone per il congresso della Cisl internazionale (l´organizzazione di tutti i sindacati del mondo) ed è lì che decideranno le prossime mosse. Al centro ci sarà la difesa dell´attuale modello sociale, contrapposto a quello che ha in testa il premier, nel quale di spazio per i sindacati ce n´è davvero poco. «Ma - ragionava ieri Pezzotta tornando da Venezia - dobbiamo spiegare anche il grande imbroglio sulle tasse». Ci sarà una campagna di contro-informazione, un mix di iniziative vecchio stile (assemblee, convegni, manifesti e volantini) e di proteste clamorose: c´è chi pensa ad una lunga catena umana dal Vittoriano di Piazza Venezia fino a Palazzo Chigi. Il presidente della Confindustria ha raggiunto ieri un altro dei suoi obiettivi: la riconciliazione con il sistema delle banche con le quali gli industriali si erano duramente scontrati negli anni passati. Il protocollo siglato con l´Abi (l´associazione degli istituti di credito) per una semplificazione dei rapporti tra banche e imprese rappresenta questo. Ieri, schierati con Montezemolo c´erano tutti i grandi banchieri: Corrado Passera (Intesa), Alessando Profumo (Unicredit), Alfonso Iozzo (San Paolo-Imi), Luigi Abete (Bnl), Matteo Arpe (Capitalia). Il presidente dell´Abi, Maurizio Sella, è arrivato a parlare di «alleanza». Certo la sintonia nella condivisione delle priorità è forte. «Senza crescita - ha detto Passera - è a rischio la tenuta stessa del nostro sistema economico e sociale». E ancora: «Se si guardano gli stanziamenti per la ricerca nelle Finanziarie degli ultimi dieci anni c´è da impazzire». Per Sella «con la riforma la legge fallimentare si può aumentare il Pil fino allo 0,45 per cento». Argomenti che Montezemolo va ripetendo in giro per l´Italia. E oggi aprirà un nuovo capitolo: quello degli eccessivi costi energetici italiani. Ci sarà un seminario a porte chiuse con tutte le imprese del settore (Eni, Enel e Edison, in testa), il presidente dell´Antitrust, Giuseppe Tesauro e il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano. Un altro tassello di una strategia che vuole cambiare le priorità della politica. |