20/4/2010 ore: 10:30

Telecom: «Fuori altri 4.500» Per i sindacati sono seimila

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Telecom Italia prevede di realizzare nel triennio 2010-2012 6.822 esuberi, 2.300 dei quali già previsti e 4.522 aggiuntivi rispetto ai precedenti piani di riduzione dei costi. È quanto ha comunicato la società in una nota al termine dell’incontro di ieri con i sindacati. I contenuti dell’aggiornamento del piano strategico di Telecom Italia, si legge nel comunicato, sono stati illustrati alle organizzazioni sindacali confederali e di categoria Cgil, Cisl e Uil dalla delegazione aziendale con riferimento agli impatti sugli organici nel periodo 2010-2012. Telecom Italia ha spiegato come «in tale periodo si cumulino, in Telecom Italia S.p.A., le necessità di efficientamento residue già previste in piani precedenti (2.300 risorse, al netto delle riduzioni già operate nella fase iniziale del 2010) ed ulteriori efficienze aggiuntive, quantificate in 4.522 risorse» che se ne dovranno andare di qui al 2012. Per quanto riguarda la società Ssc, Telecom ha «confermato il diretto interesse del gruppo al mantenimento delle relative attività entro il proprio perimetro in condizioni di ripristino della competitività delle lavorazioni ed in tale quadro il proprio diretto coinvolgimento nella gestione di tale percorso».
Le parti hanno convenuto per la necessità di ulteriori approfondimenti. Fin qui il comunicato della società ormai divisa tra una proprietà spagnola e una italiana. Secondo i sindacati invece la cifra sarebbe ancora più elevata.
Per loro si parla di «6.800 esuberi» previsti dall’aggiornamento del piano industriale di Telecomcon il solo obiettivo di «giungere ad un aumento del dividendo e alla riduzione del debito ». «L’azienda - afferma Emilio Miceli, segretario generale della Slc-Cgil - con l'aggiornamento del piano industriale2010- 2012 prevede 6800nuovi esuberi. Si tratterebbe, se prendiamo in esame il quinquennio 2008-2012, di 13mila esuberi complessivi ».Una cifra che corrisponde a ben il «20% dei lavoratori dell’azienda in Italia». «E la cosa più insopportabile - aggiunge - è che l’obiettivo è quello di poter giungere ad un aumento del dividendo e alla riduzione del debito di 5 miliardi: nessun cliente in più, nessun piano di rilancio, nessun investimento per innovare». Si tratta dunque di «un piano finanziario e non industriale e colpisce solo la parte più debole dell’azienda ». I sindacati hanno deciso quindi «di convocare per lunedì 26 aprile il coordinamento nazionale unitario dei lavoratori Telecom per valutare le posizioni aziendali e decidere i comportamenti conseguenti». In questo caso l’azienda ha annunciato dei tagli direttamente ai sindacati. In precedenza non era stato così. I tagli al personale del settore Information technology era è stata annunciata tra le righe del verbale con il quale Telecom Italia spa annunciava la cessione del proprio ramo d’azienda dell’It alla srl Shared Service center (Ssc), una controllata dalla stessa Telecom. Quella volta la reazione dei sindacati era stata immediata con la proclamazione di uno stato di agitazione culminato in unosciopero.
Secondo i sindacati un’azienda che tagliava il ramo It non aveva la possibilità di rimanere a lungo nel mercato. Il timore era quello che il gruppo potesse snellirsi per poi essere ceduto.

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