Tedeschi, vacanze senza disdette malgrado le gaffe

Mercoledí 09 Luglio 2003
Turismo |
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Tedeschi, vacanze senza disdette malgrado le gaffe |
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ROMA - «Mi telefonano albergatori da tutta Italia: per i tedeschi ci sono solo parole di amicizia e riconoscenza, che non vediamo l'ora di dimostrare con i fatti». Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, incrocia le dita: il 40% degli stranieri negli hotel italiani ha il passaporto tedesco, un dato che si commenta da solo. Malgrado la paura del terrorismo, la crisi economica, la guerra in Iraq, la polmonite atipica, i tedeschi avevano iniziato il 2003 dimostrando ancora una volta il loro grande amore per il nostro Paese. Nei primi quattro mesi dell'anno - secondo i dati dell'Ufficio italiano cambi - hanno assicurato 20 milioni di presenze, due milioni in più dell'anno scorso. E le previsioni indicavano un andamento soddisfacente anche per l'estate, quando naturalmente i numeri si fanno più importanti. Adesso tutti minimizzano, ma qualche flessione potrebbe anche esserci, anche se finora le Apt sparse per l'Italia non registrano nulla di rilevante. Ma dopo lo scontro Berlusconi-Schulz, le dichiarazioni del sottosegretario al Turismo Stefano Stefani (si veda «Il Sole-24 Ore» di ieri), la forte irritazione del cancelliere Schroeder, a qualcuno potrebbe anche venire voglia di andare in vacanza in Croazia. La stampa tedesca si è già mobilitata. La Bild, il diffusissimo quotidiano nazional-popolare, ha alzato i toni mettendo subito in prima pagina la parola spaghetti. Oggi arriva a Rimini un giornalista dello Spiegel (altro giornale che di spaghetti se ne intende), spedito da Amburgo a verificare se la Riviera romagnola ha deciso il suicidio economico. Perché un'estate senza tedeschi, per il nostro Paese equivarrebbe esattamente a questo. L'anno scorso hanno speso in Italia 6 milioni di euro, più di francesi e inglesi messi insieme, due volte e mezzo i turisti americani. E non potrebbe essere altrimenti, visto che - sempre secondo l'Uic - hanno passato il Brennero in 14,6 milioni, totalizzando oltre 100 milioni di presenze (cioè giorni passati in Italia). Ancora una volta le altre nazionalità "importanti" non reggono il confronto: americani, inglesi e francesi, messi tutti insieme, non valgono altrettanto. Non a caso, ieri in tutta Italia c'è stata una corsa a chiedere scusa, a minimizzare, o addirittura a invitare Schulz, come hanno fatto gli organizzatori della Festa dell'Unità di Firenze. In prima fila, per ovvi motivi, l'Emilia-Romagna: i vertici della Regione hanno scritto una lettera aperta a tutti i tedschi, sottolineando di sentirsi «umiliati» e «indignati». Più prudenti le categorie economiche. Una prudenza che si spiega facilmente: dall'inizio della legislatura il ministro delle Attività produttive, Antonio Marzano, aveva tenuto per sé la delega del turismo, ma proprio nei giorni scorsi aveva ceduto alle pressioni di buona parte del mondo produttivo, che chiedevano un sottosegretario ad hoc. Per farlo contenti, Marzano ha affidato la delega a Stefani.
M.CAV.
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