29/10/2003 ore: 11:22

Sulla riforma Monti apre agli ordini

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ItaliaOggi (Professioni)
Numero
256, pag. 43 del 29/10/2003
di Ginevra Sotirovic


L'invito del commissario europeo alla conferenza sulla regolamentazione dei servizi professionali.

Sulla riforma Monti apre agli ordini

Regole da liberalizzare, ma su iniziativa di albi e associazioni

Monti tende una mano agli ordini. Serve una decisa azione di liberalizzazione delle regole che disciplinano il mercato professionale, ma a farla devono essere gli ordini stessi e le associazioni di categoria. Dunque, nessuna azione di ´deregulation indiscriminata', ma soltanto un invito a rivedere le norme più restrittive della concorrenza e a utilizzare lo strumento dell'autoregolamentazione. È questo il messaggio che il commissario europeo per la concorrenza, Mario Monti, ha rivolto ieri a tutti i professionisti e alle associazioni di consumatori intervenuti alla conferenza sulla regolamentazione dei servizi professionali, che si è svolta per tutta la giornata a Bruxelles. Soddisfatto il governo italiano e in particolare il sottosegretario alla giustizia, Michele Vietti, che ha già messo a punto un testo di riordino delle professioni e che ha avviato con Bruxelles un dialogo per concordare azioni comuni.

Monti ha annunciato che entro i primi mesi del prossimo anno la Commissione presenterà un proprio rapporto sul sistema di regolamentazione dei servizi professionali nel quale saranno illustrate le linee d'intervento che ogni stato membro dovrebbe assumere per assicurare la libera concorrenza nel settore. Chi, dunque, si aspettava annunci apocalittici, oppure si attendeva di conoscere nel dettaglio le intenzioni di Monti per assicurare il rispetto della concorrenza anche nel mercato professionale è rimasto deluso. L'incontro di ieri, infatti, è servito semmai per capire che la Commissione, pur convinta della necessità di una riforma, non intende procedere a colpi d'accetta in un settore così delicato come quello professionale. ´Siamo d'accordo con il commissario che è necessario ammodernare le regole professionali', spiega Sergio Polese, presidente degli ingegneri e segretario Cup (comitato che però non era presente ufficialmente alla conferenza), ´e d'altronde l'Italia lo sta già facendo. L'importante però è che non ci si limiti a valutare l'aspetto economico delle prestazioni e si tenga conto dei valori etici e deontologici che sono a tutela del cliente'.

Rispetto alle premesse e alle critiche della vigilia, derivanti soprattutto dalla scaletta degli interventi nettamente sbilanciata a favore dei ´liberisti' si può dire, comunque, che la conferenza si è conclusa nel migliore dei modi. Il riferimento di Monti alla necessità di coinvolgere direttamente anche gli ordini nell'elaborazione di un'ipotesi di riforma del settore ha rassicurato le preoccupazioni degli albi, senza inficiare l'operazione di liberalizzazione fortemente sostenuta anche dall'Autorità per la concorrenza, guidata da Giuseppe Tesauro e dalle associazioni non regolamentate. Queste ultime infatti, sono intervenute in forza all'appuntamento di Bruxelles. In particolare, Ennio Lucarelli, presidente della Federazione italiana industrie e servizi professionali del terziario avanzato (Fita) è stato tra i pochi fortunati a prendere la parola, seppure per qualche minuto. Sufficiente comunque per chiedere alla Commissione di ´avviare una verifica in questi paesi in cui sussiste il regime ordinistico, per stabilire per quali atti professionali sussista una caratteristica di interesse generale tale da giustificare l'affidamento del loro svolgimento in esclusiva a professionisti iscritti a un albo'. Una domanda che per il momento, però, è rimasta senza risposta, visto che né Monti né gli altri funzionari presenti hanno voluto anticipare considerazioni e conclusioni che saranno contenute nel rapporto di inizio anno.

In ogni caso, per il presidente della Lapet, l'associazione dei tributaristi, Roberto Falcone, la Commissione Ue ´sta dimostrando una grande apertura nei confronti dell'intero sistema professionale italiano'. Le associazioni sperano infatti che sia la Commissione a spingere il governo italiano a imprimere una svolta decisiva al processo di liberalizzazione del settore che il testo Vietti non sarebbe in grado di assicurare.



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