Sul web c´è odio come negli anni ‘70
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ROMA - Congelato il giro di vite annunciato dal ministro dell´Interno Roberto Maroni contro chi usa internet per istigare alla violenza, ma Facebook resta al centro del dibattito politico. A riaccendere la polemica ci pensa Renato Schifani che, traccia un parallelo tra i social network e i gruppi extraparlamentari degli anni ‘70.
Su Facebook, dice il presidente del Senato, «si leggono veri e propri inni all´istigazione alla violenza». E ancora: «Negli anni ‘70, che pure furono pericolosi, non c´erano questi momenti aggregativi che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l´odio che alligna in alcune frange. Qualcosa va fatto, perché non si può accettare che si pubblichino istigazioni all´odio violento, che vanno arginate. Ho preso atto che si procederà ad una regolamentazione via legge ordinaria. Ha fatto bene. Il Parlamento lo farà».
Per il segretario del Pd Pier Luigi Bersani, si tratta di parole che «aggiungono confusione a confusione». «E mettere mano a questa materia con un approccio semplicistico suscita preoccupazione». Durissimo il capogruppo Idv alla Camera Massimo Donadi: «Schifani la pensa come Ahmadinejad, Hu Jintao e Al Bahir, i presidenti di Iran, Cina e Sudan, dove Facebook è messo al bando». Gli organizzatori del No-B Day, intanto, annunciano per il 23 dicembre un sit-in «affinché nessuno tocchi la rete». In serata arriva anche la replica di Facebook: «Quando le opinioni espresse sul nostro sito si trasformano in dichiarazioni di odio o minacce contro le persone, rimuoviamo i contenuti e possiamo anche chiudere gli account dei responsabili», dichiara a Repubblica la portavoce Debbie Frost. «Ma la realtà è che purtroppo l´ignoranza esiste, dentro e fuori da Facebook, e non sarà sconfitta nascondendola, ma piuttosto affrontandola a viso aperto».
I principali esponenti della maggioranza fanno quadrato attorno alla seconda carica dello Stato. Gaetano Quagliariello e Maurizio Gasparri definiscono «risibili» e «prive di logica» le critiche a Schifani. Il presidente dei senatori del Pdl, in serata attacca anche Michele Santoro e Anno Zero. «Santoro è impudente e provocatore. Sì. - dice - Sono i mandanti morali della violenza in atto. E la Rai non può essere lo sgabello del partito dell´odio». Santoro, intanto, ieri sera, ha fatto gli auguri a Berlusconi, al gruppo l´Espresso, al Fatto, all´Unità e a Marco Travaglio. E anche la pentito Gaspare Spatuzza. Perché, ha spiegato, «oggi racconta fatti che noi abbiamo il dovere di ascoltare«, mentre altri «dovranno fare i riscontri».
La polemica cresce, ma anche nel Pdl affiorano distinguo su Schifani. Secondo Libertiamo. it, rivista online vicina al deputato Benedetto Della Vedova, Schifani non conosce Facebook: «A ritenere pericolosi i social network sono i regimi totalitari, non le democrazie come la nostra». Che, al di là delle dichiarazioni, ci sia qualche incertezza sulle misure da applicare a Internet lo testimonia la mancata approvazione ieri in Consiglio dei ministri del disegno di legge messo a punto dai tecnici del ministero dell´Interno. Sulla vicenda interviene anche il Quirinale, precisando che da Napolitano non è mai arrivato nessuno «stop» a Maroni: «Già prima di incontrare il Capo dello Stato - si legge in una nota del Colle - il ministro aveva pubblicamente annunciato che il governo sarebbe intervenuto con un disegno di legge e non per decreto»