18/10/2002 ore: 9:28

Stress e mobbing

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giovedi 17 Ottobre 2002




pag. 10 Stress e mobbing
L’Inail ha riconosciuto i primi 15 casi Bilancio del primo anno in cui l’ente ha definto "indennizzabile" il disagio piscologico

DI GIGI DI MARTINO


Saranno lo stress e il mobbing la causa delle malattie professionali del XXI secolo? A leggere i dati sembrerebbe così. Sono infatti 40 milioni i cittadini europei che soffrono di disturbi legati alle condizioni di lavoro, alla competizione, ai ritmi frenetici, alla precarietà dell’occupazione, ai rapporti difficili con i colleghi, alle intimidazioni e vessazioni subite in ufficio, alla necessità di conciliare impegni professionali e doveri familiari.
Milioni di giornate di lavoro perse e costi sanitari sempre più elevati sono la diretta conseguenza dei disturbi di origine psichica o psicosomatica correlata al disagio lavorativo: dall’emicrania alle malattie cardiache, dai disturbi gastrointestinali agli attacchi di panico e disturbi del sonno. E, anche se in Italia, a differenza di altri paesi Ue, ancora non esistono studi che valutano la reale entità del fenomeno, è significativo che in un solo anno, da quando cioè si è riconosciuta la tutela dell’Inail anche a chi soffre di malattie da lavoro correlate allo stress e al mobbing, all’istituto di assicurazione nazionale sono stati denunciati 110 casi di cui 15 finora ritenuti indennizzabili.
Bisogna chiarire che lo stress e il mobbing non sono malattie, ma "rischi psicosociali" derivanti dall’organizzazione e gestione del lavoro che possono diventare la causa di patologie ancora sconosciute. L’organismo infatti reagisce alle sollecitazioni negative mettendo in atto meccanismi di difesa capaci di generare disturbi psichici e somatizzazioni a carico degli organi compromettendone il funzionamento. Proprio in considerazione di tali effetti, dal 1999 l’Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza sul Lavoro ha attivato un centro di ascolto presso il dipartimento di Medicina del Lavoro (0644280403 – 0644280390) cui sono arrivate circa 3 mila telefonate.
Una recente indagine svolta dalla Fondazione Europea per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro ha rilevato che il 28 per cento dei dipendenti dei paesi Ue afferma di essere stressato, che a risentirne sono soprattutto le donne, che un’alta percentuale delle malattie cardiovascolari deriva dai tempi di lavoro. «Da questi dati si comprende quanto sia urgente dedicare attenzione al problema ed avviare azioni per prevenire le nuove malattie professionali», ha detto il direttore dell’Ispels, Antonio Moccaldi, «Ancora troppi sono i lavoratori che soffrono in silenzio e troppi i datori di lavoro che non si rendono conto dell’enorme ripercussione che lo stress può avere sul loro rendimento».
Per prevenire i disturbi legati all’attività lavorativa è necessario quindi intervenire sull’organizzazione dell’ambiente di lavoro e sui processi di produzione. Anche se in molti casi basterebbe che il lavoratore si sentisse stimolato e gratificato dall’attività svolta e da rapporti meno conflittuali con i colleghi o con i superiori.
E’ per sottolineare quanto la trasformazione del lavoro favorisca la nascita di nuovi rischi che quest’anno l’Agenzia Europea per la Sicurezza e la Salute sul lavoro e l’Ispesl dedicano allo stress il loro appuntamento annuale, la Settimana Europea per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro, (2125 ottobre).

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