6/12/2000 ore: 10:21

Stock option di Sisal: Ai ricevitori va il 3% del capitale

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Mercoledì 6 Dicembre 2000
italia - economia
Per la stock option l’offerta si chiude con adesioni al 21%.

Quotazione nel secondo semestre 2001.
Ai ricevitori va il 3% del capitale Sisal

MILANO Hanno risposto 3.654 ricevitorie, per un totale di 15.030 azioni. È il risultato dell’operazione di stock option lanciata dalla Sisal a favore dei suoi ricevitori (si veda «Il Sole-24 Ore» del 30 settembre). L’adesione all’offerta si è chiusa ufficialmente lo scorso 18 novembre. Su un totale di 17mila ricevitorie, ha dunque aderito una percentuale del 21% circa, mentre in termini di numero di azioni, i 15.030 titoli oggetto di stock option rappresentano invece una percentuale più elevata, pari al 27,8%.

Vanno ricordati i termini dell’offerta. L’operazione consisteva in un’Offerta pubblica di vendita di 54mila azioni privilegiate di Sisal (che garantiscono un dividendo superiore del 10% rispetto alle ordinarie), pari al 10,112% del capitale sociale, al prezzo di 1,6 milioni di lire per un ammontare complessivo di 86,4 miliardi (i ricevitori avrebbero poi dovuto accollarsi 50mila lire di spese e commissioni per ciascuna azione acquistata). Secondo i dati a consuntivo, dunque, l’offerta ha raccolto 24 miliardi di lire, pari a poco meno del 3% del capitale.

Da notare che l’assemblea ordinaria della Sisal, su proposta del consiglio di amministrazione, ha deliberato che venga determinata la possibilità, per i possessori di azioni privilegiate, di indicare congiuntamente un loro rappresentante e che l’assemblea ordinaria tenga conto di tale indicazione nella nomina dei componenti del consiglio stesso.

L’operazione è stata condotta con l’intenzione di coinvolgere maggiormente i ricevitori nella vita societaria, ma rappresenta anche il primo importante passo di apertura del capitale di una società familiare. In prospettiva c’è l’ormai vicina quotazione in Borsa, ora che gli azionisti hanno abbandonato l’ipotesi di cessione o di alleanze con altri operatori. Sisal, insomma, vuole crescere da sola e per farlo ha più che mai bisogno di nuove risorse finanziarie, certo più ampie che non i 24 miliardi (cifra comunque rispettabile) investiti finora dai ricevitori.

«I risultati — commenta l’amministratore delegato della Sisal, Giorgio Sandi — sono forse un po’ al di sotto delle attese, ma siamo comunque soddisfatti, lo scopo non era quello di collocare azioni ma di avere dei ricevitori azionisti». «Adesso pensiamo alla Borsa, il secondo passo su cui ci siamo impegnati, anche con le istituzioni, tanto che nello statuto è prevista la nominatività delle azioni. Nel rinnovare le convenzioni — aggiunge — abbiamo chiuso ogni contenzioso con l’amministrazione finanziaria e oggi possiamo pensare alla Borsa, anche se credo che la quotazione non ci sarà prima del secondo semestre del 2001. Nel frattempo dobbiamo far crescere il nostro business». L’operazione tra l’altro potrebbe inglobare anche le agenzie Spati (140 punti di accettazione di scommesse) oggi scorporate in ossequio alle regole in vigore per le concessionarie di scommesse.

Le linee di sviluppo individuate da Sandi riguardano innanzitutto la ripresa di attività già in essere, come il Totip, per il quale è già stata presentata una proposta di "rivitalizzazione". Poi c’è la possibilità di offrire rete e tecnologie al Coni per la gestione dei suoi giochi (la settimana prossima si terrà un incontro, alla presenza anche di Lottomatica e Snai). E infine le nuove attività: dall’apertura ai privati nella gestione di lotterie e "gratta & vinci", fino alla fornitura di servizi ai gestori di sale Bingo.

Ci sono poi grandi aspettative sul fronte estero. Sisal ha già avviato un’operazione importante sul mercato tedesco, con le gestione di punti per scommesse ippiche in locali non dedicati. In Irlanda invece è stata fondata una società che ha raggiunto la prequalifica per la gestione della National Lottery. Infine in Argentina è stato stipulata una joint venture paritetica con la maggiore società locale nel settore dei giochi, la Boldt, con cui guardare anche ad altri Paesi dell’America latina. E infine l’accordo in esclusiva con la Federazione internazionale motociclistica per fare giochi basati sulle competizioni di moto in tutto il mondo.

Martino Cavalli

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