Stefanel rileva il 50% Nuance

Possibile nuova tranche di obbligazioni Stefanel rileva il 50% Nuance Claudio Pasqualetto
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(DAL NOSTRO INVIATO)
PONTE DI PIAVE - «L'occasione era troppo ghiotta per noi in questo momento». Giuseppe Stefanel non nasconde la sua soddisfazione dopo la decisione presa dal cda di esercitare l'opzione sul 50% della società che acquisterà Nuance Group, il più grande operatore mondiale del retail aeroportuale. E non la nasconde nemmeno l'altro partner, detentore del restante 50%, il gruppo Pam . «L'intesa con Stefanel - dice l'ad Arturo Bastianello - è strategica perché unisce in questa operazione la nostra esperienza nella distribuzione moderna ed il loro know how nel retail». Sono stati ufficializzati anche i termini dell'intesa. Pam, e con lui anche Stefanel, acquisiranno dalla ceneri di quello che fu l'impero Swissair il gioiello Nuance Group per un valore concordato di 276 milioni di euro, di cui circa la metà rappresentato dai debiti. Il closing dell'operazione è fissato entro sei mesi dalla firma del contratto avvenuta il 15 aprile scorso ed entro 45 giorni dal closing, con riferimento alla situazione del gruppo in quella data, sarà redatto un bilancio per calcolare eventuali aggiustamenti previsti contrattualmente. L'impegno per Stefanel sarà quindi di circa 138 milioni di euro e l'azienda intende farvi fronte con linee finanziarie dedicate a medio-lungo termine. Non a caso ha il cda ha già deliberato la possibile riapertura del prestito obbligazionario da poco varato con successo per portarlo da 75 a 100 milioni di euro. «Per noi - dice Giuseppe Stefanel - è una grande opportunità. Nuance, con i suoi 370 negozi in 55 aeroporti di tutto il mondo, ci introduce presso almeno 600 milioni di potenziali clienti. Non solo. Questi consumatori appartengono esattamente a quel target medio-alto verso il quale stiamo orientando la nostra attività». «Le strategie - aggiunge Stefanel - sono coincidenti. Noi avevano già fatto una prima operazione di acquisizione di una catena di negozi in Germania un paio d'anni fa. Ora voliamo decisamente più in alto con l'opportunità di più che triplicare il giro d'affari del gruppo, consolidando la presenza a livello internazionale e creando spazi settoriali diversificati, pur nella comune cultura del retailing, che ci permetteranno di superare la ciclicità dell'abbigliamento». Giuseppe Stefanel pensa già anche ad investimenti diretti, ha in mente una rapida apertura di un punto vendita aziendale all'aeroporto di Atene, tanto per saggiare il terreno. «Abbiamo avuto la fortuna di trovare in Nuance - osserva - un management molto bravo e con una grande capacità di movimento sul piano internazionale ma anche noi abbiamo profondamente rinnovato la nostra squadra in questa direzione, cambiandola negli ultimi due anni quasi per l'80% e orientandola marcatamente su una cultura globale del retail. Di certo oggi è questa la linea da seguire, non ripeteremmo gli accordi onerosi che abbiamo avuto ad esempio con Calvin Klein. Ci interessa, invece, proseguire nella politica dei negozi, sia diretti che in franchising, e guardiamo con grande attenzione soprattutto l'estero perché in Italia pensiamo di avere coperto in maniera abbastanza buona il mercato che ci interessava. Anche gli aeroporti, in fondo, sono sempre più centri commerciali, e di elevato livello». Bastianello e Stefanel, comunque, sono soddisfatti anche per avere dato una risposta di qualità alle osservazioni di quanti giudicavano il Nordest abile nell'export, flessibile nella produzione ma incapace di diventare protagonista attivo anche sulla piazza internazionale. «È solo una questione di opportunità - dice Stefanel - credo che noi abbiamo saputo coglierla nel momento giusto. Portiamo due esperienze diverse ma complementari e siamo convinti di poter avere un grande ritorno sia in termini di visibilità che di posizionamento su un mercato che ormai non può che guardare sempre a 360 gradi». Giovedí 09 Maggio 2002
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