Spettatori disorientati...dalle news - di G.Barlozzetti
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ItaliaOggi (Media e Pubblicità) Numero 077, pag. 21 del 1/4/2003 di Guido Barlozzetti Il diario della (tele) guerra. Quanto durerà? La grande domanda, assordante, buca le pagine dei quotidiani ed esce dal tubo catodico. E tutti si impegnano a dare una risposta, salvo scoprire rapidamente di essere nudi e di non avere un orologio affidabile attraverso cui provare a mettere ordine nelle lancette impaludate della guerra. Anche i supremi comandi devono uscire allo scoperto e cominciare a fare chiarezza rispetto alle promesse e alle attese. A Washington le dichiarazioni che arrivano dal Pentagono e dal Falco (secondo la zoologia bellica dei pennuti) Rumsfeld si sforzano di non steccare reciprocamente e di non mettere a repentaglio il coro, ma si capisce dalle acrobazie che qualche allarme deve essere suonato: ´Tutto procede secondo i piani. La guerra sarà lunga'. Mah. E, intanto, partono altri 120 mila per il deserto. Nessuno rischia di capire più nulla: la guerra doveva essere leggera, ma d'ora in poi diventerà pesante; no, non smettiamo d'avanzare, ma poi si scopre che i Royal marine cominciano adesso ad attaccare la città di Bassora, che era già stata superata dall'avanzata. Non è solo una latente contraddizione di strategie militari. Anche quella dell'informazione minaccia di girare a vuoto. Non è che manchino le notizie, anzi. Le agenzie non cessano di riversarle sui tavoli delle redazioni e, in diretta, nei notiziari e nei talk-show. Il problema è che passa qualche minuto e arriva una smentita o un'altra versione. Per cui o hai l'inviato lì presente che testimonia di persona, ma non sempre basta, oppure resti lì, stordito e perplesso. Esempio: in una zona civile di Baghdad cade qualcosa ed esplode, è un missile americano. No, noi non abbiamo tirato niente, dicono gli interessati, no, è un colpo dell'antiaerea andato a casaccio. In questa situazione, in cui l'insicurezza diventa la più potente delle armi, a Saddam non sembra vero di poter premere sull'acceleratore psicologico. Preannunciato dai cinque soldati Usa dilaniati dalla prima bomba umana, l'altoparlante di Baghdad fa sapere che ben 4 mila kamikaze stanno puntando sull'Iraq e si preparano a terrorizzare l'armata anglo-americana. Cala sull'Iraq lo spettro di Israele e degli attacchi suicidi di Hamas moltiplicati a dismisura. E gli spettatori, incerti, disorientati, smarriti, cambiano canale. |