20/12/2002 ore: 12:13

Siracusa.Cancellare la chiusura settimanale? Prima si discuta di regole e garanzie

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SIRACUSA
Venerdì 20/12/2002

Cancellare la chiusura settimanale? Prima si discuta di regole e garanzie

«Superare l'obbligo della chiusura settimanale senza un rigoroso sistema di regole e garanzie può avere effetti devastanti sui diritti elementari delle lavoratrici e dei lavoratori». Lo affermano il segretario provinciale generale della Cgil, Giuseppe Zappulla, e il segretario provinciale della Filcams-Cgil, Franco Di Priolo. «È bene che quanti si pongono anche il problema di presentare proposte, disegni di legge – affermano Zappula e Di Priolo – si pongano anche il problema di garantire il diritto contrattuale e legale al riposo settimanale per il personale impegnato. Altrimenti, tutto si ridurrà a un aumento del carico e dell'orario di lavoro, in gran parte peraltro neanche retribuito. «Se l'affermazione può apparire troppo forte – continuano i due sindacalisti – chiedetelo al “popolo” delle commesse, ai dipendenti di bar, ristoranti e negozi, chiedetelo a quanti vengono diffusamente considerati “figli di un dio minore”. «Il mondo delle attività commerciali e artigianali, insieme a situazioni di positiva organizzazione del lavoro e di inquadramento contrattuale, già oggi registra condizioni diffuse di lavoro irregolare, sottopagato dove la normalità è il disconoscimento delle condizioni elementari di diritto – hanno aggiunto –. Così, un provvedimento senza garanzie, può produrre effetti davvero degenerativi. La Cgil condivide la scelta di adeguare e modellare i tempi e gli orari della città e quindi le attività commerciali all'idea di una città più accogliente per i residenti e i turisti. Ma se non si coniugano queste esigenze con la realtà di un mondo già profondamente disagiato e precario, più che la città dì'arte si realizzerà la città dei diritti violati e negati. «Il problema che poniamo – concludono Zappulla e Di Priolo – non può essere delegato solo al sindacato e agli organi ispettivi perché diffusissimo il fenomeno e fortissimo il disagio dei lavoratori a denunciare le condizioni di mancato rispetto dei contratti e delle leggi. È certamente un problema sindacale ma rappresenta egualmente una condizione di civiltà che coinvolge tutti i soggetti interessati, dalle associazioni datoriali, alle istituzioni locali, alle forze politiche. Ci auguriamo di non dovere cercare le risposte alle esigenze di liberalizzazione e sviluppo nel clima di istigazione e legittimazione del lavoro nero».

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