Sindacato preoccupato: manifestiamo contro le Br

domenica 2 novembre 2003
Militante da 10 anni, era candidato alle Rsu perché considerato «un lavoratore modello». Appello della Cgil toscana: «Cisl e Uil si mobilitino con noi»
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Sindacato preoccupato: tutti all’erta, manifestiamo contro le Br Bruno Di Giovannangelo è stato subito sospeso
ROMA - C’è preoccupazione nella Cgil toscana, mezzo milione di iscritti, dopo il fermo di Bruno Di Giovannangelo, l’impiegato postale pisano di 44 anni, iscritto al sindacato da 10, in lista per le elezioni di novembre delle Rsu. Il postino, accusato di fornire ai terroristi informazioni utili per gli «espropri», è stato sospeso dal sindacato. Da venerdì è sottoposto a fermo per partecipazione a banda armata e concorso morale in due rapine, una fallita e una riuscita, in altrettanti uffici postali fiorentini. La Cgil ha accusato il colpo, il secondo in pochi giorni dopo l’arresto di Marco Mezzasalma, tessera Fiom in tasca. «Abbiamo messo rapidamente all’erta tutta l’organizzazione - dice Luciano Silvestri, segretario toscano -. Ho convocato una riunione per lunedì. Proporrò a Cisl e Uil di fare una manifestazione regionale contro il terrorismo per rilanciare un impegno che non è mai venuto meno». «Una persona insospettabile, seria sul lavoro, rispettosa degli altri, ma che dava poca confidenza». È il ritratto di Bruno Di Giovannangelo che emerge dai racconti dei clienti dell’ufficio postale di via delle Medaglie d’Oro, a Pisa, dove lavorava. La doppia vita dell’impiegato «modello» irrita il coordinatore toscano della Slc (Sindacato lavoratori comunicazioni della Cgil), Graziano Benedetti. Il sindacalista si è sentito raggirato. «Proprio ieri - ricorda - avevano consegnato le candidature. Ora provo tante emozioni, fra cui anche rabbia e sconcerto. Bruno risulta anche fra i perquisiti per le indagini del 24 ottobre scorso, giorno dello sciopero generale. Già sapeva ma non si è tirato indietro, non ha rinunciato alla candidatura in un sindacato che è stato sempre contro le Br, che ha avuto il suo morto per il terrorismo, che ora è al centro di attacchi». «Lo iscrissi proprio io alla Cgil, dopo due anni nei quali non l’avevo più sentito - continua Benedetti -. La sua decisione mi ha anche stupito. Ma poi, sulla decisione finale, hanno pesato la sua lunga militanza, il ruolo importante rivestito all’interno dell’ufficio di Pisa 10, il fatto che fosse stimato da tutti». Il responsabile lavoro dei Ds, Cesare Damiano, in passato ha militato a lungo nella Cgil a Mirafiori, anche negli anni del terrorismo. Per lui non c’è nulla di nuovo. «Il fenomeno delle infiltrazioni nei sindacati - spiega - avveniva già nel corso degli anni ’70, quando ero funzionario Fiom a Torino. Ricordo episodi avvenuti sia nella Fiom Cgil che nella Fim Cisl. Mi tornano alla memoria i nomi di due brigatisti dell’epoca, D’Amore, delegato Fiom, e Nicolotti, delegato Fim. E anche quello di Guido Rossa, l’operaio iscritto alla Fiom assassinato per aver denunciato un lavoratore che distribuiva volantini inneggianti alle br. Era ed è normale la ricerca di coperture nelle grandi organizzazioni con milioni di lavoratori. Tutto ciò corrisponde ad una ricerca di normalità da parte dei terroristi per vivere la loro doppia vita». «I sindacati - conclude Damiano - hanno sempre tenuto la guardia alta, ma questo non impedisce che a volte persone che si mimetizzano abilmente possano aggirare la loro capacità di controllo». Bruno Di Giovannangelo era stato candidato alle Rsu per la Cgil perché appariva un lavoratore modello, uno che faceva «straordinari a iosa senza metterli in conto». «Ma su oltre 10 mila postali iscritti alla Cgil in Toscana una mela marcia ci può stare», dice il coordinatore del sindacato delle Poste, Benedetti. Per il segretario della Cgil Toscana Silvestri il sindacato è integro. Erano suoi iscritti Emanuele Petri, l’agente della Polfer che perse la vita il 2 marzo scorso nella sparatoria in treno con il terrorista Mario Galesi, e Bruno Fortunato, il sovrintendere rimasto ferito. «I successi registrati adesso dalle forze dell’ordine - dice Silvestri - derivano anche dal loro sacrificio».
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Giulio Benedetti
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