Venerdì 5 Gennaio 2001 italia - politica Politica dei redditi. Cgil, Cisl e Uil chiedono un incontro al Governo: a rischio la moderazione salariale. Sindacati: boom tariffe, Amato intervenga ROMA. «Subito un incontro con il Governo per disinnescare la bomba tariffe». È allarme tra sindacati per i rincari generalizzati avvenuti alla vigilia del nuovo anno. Cgil, Cisl e Uil invitano così il Governo a un confronto immediato per evitare nuove impennate del costo della vita e una spirale inflazione-salari che metterebbe definitivamente a rischio la politica dei redditi.
Gli aumenti di San Silvestro hanno riguardato il gas (+3,7%), l’acqua (+0,5%), le autostrade (+1,79%), le Ferrovie (+5,2% in media) e i canoni Rai (+3.000 lire) e Telecom (+10,4% per le famiglie e +9,3% per le aziende). Ma in vista c’e anche l’aumento del prezzo delle sigarette e di alcune tariffe postali. Una spirale preoccupante, secondo i sindacati, che va assolutamente arginata nel 2001. Anche perché — spiegano Cgil Cisl e Uil — l’anno appena trascorso ha dimostrato che, caro-petrolio a parte, l’inflazione non è mai stata veramente domata.
Per la Cgil è il segretario confederale Walter Cerfeda a chiedere un «incontro urgentissimo» col Governo. «Sarebbe un errore tragico da parte del Governo sottovalutare il tema delle tariffe — aggiunge Cerfeda — perché l’inflazione cova sotto le ceneri ed è sempre presente il rischio che si riaccenda una spirale negativa». Ecco perché «il Governo deve superare la pericolosa logica che lo porta a considerare la media delle tariffe, piuttosto che le singole tariffe. Nella media, infatti — spiega il sindacalista della Cgil — vi sono tariffe il cui aumento ha effetti devastanti per il resto del sistema dei prezzi».
Ancora più dure le prese di posizione di Savino Pezzotta, segretario generale della Cisl, e di Luigi Angeletti, leader della Uil. Secondo Angeletti, infatti, «l’aumento delle tariffe sta letteralmente minando la politica dei redditi, trasformandola in una politica di puro contenimento salariale». Una situazione «inaccettabile» per il sindacato, che «potrebbe essere costretto a mettere in discussione la propria politica salariale, finora rispettosa della disciplina imposta dall’accordo del 23 luglio».
Per Pezzotta una vera politica di concertazione è «l’unico modo per evitare una spirale inflazione-salari che non gioverebbe a nessuno». «Perché la politica dei redditi funzioni — aggiunge il leader della Cisl — è chiaro che l’inflazione va tenuta sotto controllo e, quindi, che anche le tariffe non siano fatte crescere più dell’inflazione. Se viene meno questo presupposto, sarà sempre più arduo far funzionare la politica dei redditi così come è stata concordata nell’accordo di luglio».
Affermazioni, queste, che suonano da monito anche in vista della importantissima tornata di rinnovi contrattuali che riguarderà il 2001. Ed è proprio di pochi giorni fa l’invito rivolto ai sindacati dal presidente della Confindustria, Antonio D’Amato, ad essere coerenti con lo spirito dell’accordo di luglio.
Più cauta, sui rinnovi contrattuali, la Cgil, per la quale — afferma Cerfeda — «sarebbe un clamoroso autogol se anche il sindacato cominciasse ad alimentare una spirale inflazionistica. L’accordo di luglio — aggiunge — va rispettato, ma chiediamo e chiederemo con forza che a rispettarlo siano tutti, non solo il sindacato».
R.I.
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