14/9/2005 ore: 11:59
Senza bonus e incentivi la mobilità è «fai da te»
Contenuti associati
Interventi qualche volte vincenti, più spesso destinati ad esaurirsi in attesa della copertura finanziaria. Il pacchetto competitività ad esempio stabilisce una serie di incentivi che puntano a superare i divari territoriali. Un tentativo analogo era stato fatto per la verità già a metà degli anni 90. In quell'occasione era stato il cosiddetto " pacchetto Treu" a finanziare i tirocini di formazione. Traning e assistenza era il binomio alla base del progetto. Ma è con il programma realizzato in questo ultimi anni da ItaliaLavoro che il Governo ha tentato una strategia organica. In questo caso l'agenzia del ministero del Welfare ha cercato di mettere insieme imprese e enti locali per selezionare prima i giovani meridionali e successivamente inserirli in aziende del Nord, assicurando loro stipendio, formazione e una casa. Con due possibilità: puntare a una assunzione oppure ritornare nelle regioni di provenienza per sviluppare un'idea imprenditoriale. « Il bilancio è sicuramente positivo » , dice Natale Forlani amministratore delegato di Italia Lavoro che giudica prioritario proseguirne lo sviluppo. A considerare i numeri l'impressione comunque è che queste siano esperienze di nicchia: nel biennio 2003 2004 con SudNordSud sono stati attivati infatti 500 tirocini interregionali, promossi e gestiti direttamente dalle regioni, oltre 400 tirocini Sud Nord, realizzati con la Regione Emilia Romagna per le fasce deboli. A questi si devono aggiungere: quasi 850 tirocini, in larga parte in mobilità geografica, per figure professionali che sono stati inserire nelle Agenzie pubbliche nazionali; supporto all'avvio di autoimpresa per 400 giovani disoccupati del Sud; sostegno a 20 programmi di localizzazione per circa 2mila lavoratori. Certo sono stati aperti sette " tavoli dell'accoglienza" in sei regioni del Centro Nord, con il coinvolgimento di oltre 150, tra soggetti istituzionali ed enti locali. E soprattutto " SudNord Sud" non è rimasto un progetto isolato, perché dopo è arrivato " Passerelle per il lavoro" per i disoccupati della Provincia di Napoli e il recentissimo Lavoro& Sviluppo che punta a favorire l'accesso di circa 2mila disoccupati e lavoratori svantaggiati delle regione meridionali nelle imprese che hanno ricevuto un'agevolazione dal programma operativo nazionale. Tuttavia la sensazione è che si tratti di una goccia nel mare. A conti fatti incentivi economici discontinui e mancanza di strumenti normativi, finalizzati a scoraggiare quanti rifiutano un'occupazione lontano da casa, non ha certo aiutato la mobilità Sud Nord, mai decollata neanche nel pubblico impiego. La Svimez calcola che ogni anno circa 129.700 persone lasciano le regioni del Sud verso quelle del Nord e che altre 67mila fanno il viaggio opposto. Nella maggior parte dei casi è il lavoro a motivare questi trasferimenti, soprattutto se si considera che il 73% dell'emigrazione interna proviene da Campania, Sicilia, Sardegna, Calabria, e poi ancora Basilicata e Molise. Allo stesso modo le due regioni dove si concentrano questi flussi sono la Lombardia e l'Emilia Romagna. Non stupisce la flessione del Nord Ovest, alla prese con le emergenze occupazioni in particolare con la crisi dell'auto, mentre colpisce di più la perdita di appeal del Nord Est. In questa parte di Italia infatti le offerte si sono ridotte ma affitti e costo della vita sono rimasti alti. |