Sciopero a Ovvio «Non ci pagano»
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Pordenone - Una trentina di famiglie alle prese con conti correnti bloccati, rate del mutuo e bollette non pagate e, per qualcuno, anche il doppio incubo di due posti di lavoro in bilico: l`uno, appunto, da Ovvio, l`altro all`Ideai Standard. Torna, per i lavoratori del punto vendita di Roveredo, il dramma del ritardo nel pagamento degli stipendi, contro il quale il personale ha nuovamente incrociato le braccia a sorpresa ieri, nella giornata dello shopping per eccellenza. Si tratta della seconda iniziativa di questo genere, dopo quella del 20 luglio dello scorso anno: questa volta in arretrato ci sono, complessivamente, una mensilità e mezza e una parte della tredicesima. «L`azienda - spiega la segretaria della Filcams Cgil Daniela Duz - non mantiene le promesse in materia di erogazione delle retribuzioni». I lavoratori attendono ancora la seconda rata della tredicesima e della mensilità di dicembre, che avrebbero dovuto essere pagate entro il 12 febbraio e l`intera mensilità di febbraio, calendarizzata per il 15 marzo. «Due giorni fa - continua Duz - l`azienda ha proposto un nuovo piano di rateizzazione degli stipendi già rateizzati, che prevederebbe il pagamento dell`ultima tranche ad agosto». Il ritardo si inserisce in un quadro già difficile, considerato che dal 28 settembre del 2012 sono stati attivati i contratti di solidarietà con una riduzione di orario del 26 per cento, passata al 40 nel marzo del 2013. Il 7 marzo scorso, inoltre, è stata avviata la procedura di mobilità per il punto vendita di Roveredo. La trattativa si aprirà a Roma il 3 aprile. «Chiediamo un piano industriale per il rilancio dell`intero gruppo - va avanti Duz -, trasparenza sulla sua situazione e il mantenimento delle promesse fatte con i piani di rientro delle retribuzioni arretrate». «Ci sono trenta famiglie con mutui da pagare, figli da mantenere e mandare a scuola e che, in qualche caso, si ritrovano i conti correnti bloccati» - aggiunge Deborah Botto, delle Rsa. «E l`ennesima situazione di questo tipo nel terziario - spiega anche Mauro Agricola (Uiltucs) -: le attività stanno andando a picco. Sono state le ultime a essere toccate dalla crisi e saranno le ultime a ripartire». Il caso di Ovvio Italia spa è anche, per i sindacati, la prova dell`inutilità della liberalizzazione delle aperture festive: «Il decreto sulle liberalizzazioni ha fallito - conclude Duz -: non è servito a garantire un riassorbimento dell`occupazione, né di quella proveniente dal commercio né da altri settori, e ha invece provocato un peggioramento
delle condizioni di vita e di lavoro dei dipendenti. Per questo chiediamo ai consiglieri regionali di lavorare per la modifica del testo sulle liberalizzazioni e per la restituzione alla Regione della competenza in materia».