Saint Laurent pesa su Gucci
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Le perdite della maison francese saranno superiori al previsto e ridurranno i profitti del gruppo a fine anno
 Saint Laurent pesa su Gucci Il titolo perde il 5,3% - De Sole: «È un investimento a lungo termine» P.B.
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MILANO - La zavorra di Yves Saint Laurent pesa sui conti del gruppo Gucci . A fine anno le perdite operative della prestigiosa maison francese (prima di ammortamenti per avviamento e marchio) saranno di 75 milioni di dollari rispetto ai 50 milioni precedentemente stimati e il ritorno alla redditività per Ysl è fissato ora tra il terzo e il quarto trimestre del 2003. Il profit warning non è piaciuto al mercato: ieri il titolo ad Amsterdam ha chiuso in ribasso del 5,3% a 96,25 euro, dopo essere scivolato fino a 89,30 euro. Una flessione significativa, provocata anche dalla nuova stima dell’utile operativo del gruppo che (sempre prima degli ammortamenti per avviamento e marchio) dovrebbe chiudere a circa 410 milioni di dollari rispetto ai 440 milioni precedentemente stimati. Mentre i ricavi 2001 del gruppo saranno di 2,45 miliardi di dollari nel 2001 (rispetto ai 2,6 miliardi preventivati). E anche per l’utile netto diluito è prevista una riduzione a fine anno a 3 dollari (la stima era di 3,4 dollari), principalmente — spiega una nota della società — a causa della diminuzione dei tassi di interesse sulla moneta americana. Per nulla preoccupato Domenico De Sole, presidente e amministratore delegato del gruppo fiorentino: «Siamo assolutamente tranquilli. Sapevamo che l’acquisizione della Ysl è un investimento a lungo termine: i clienti di questo brand sono molto sofisticati e non possiamo continuare a far vendere su licenza scarpe di plastica in Giappone. La collezione Ysl va a gonfie vele, tanto che Tom Ford è stato insignito la settimana scorsa del prestigioso titolo di stilista dell’anno negli Usa: stiamo investendo su design, marketing e comunicazione e nei negozi di proprietà. I risultati arriveranno». Peraltro, a bloccare il trend negativo è arrivato un report di J.P. Morgan Securities (che mantiene la raccomandazione "buy" sul titolo), secondo cui «dopo la caduta in Borsa le azioni sono ancora più attraenti». Minimizza anche Deutsche Bank (rating "buy"): «Il fatto che sia Ysl la principale ragione del downgrading è meno negativo che se si fosse trattato di Gucci». E il marchio della "doppia G", infatti, viaggia su livelli record: +11,5% il fatturato nel primo trimestre a 382,3 milioni di dollari, con una previsione di crescita dei ricavi per l’intero anno di almeno il 10%. «C’è di più — aggiunge De Sole —: il margine operativo sarà di almeno il 27% del fatturato, rispetto alla precedente stima del 25%. La forza del brand è incredibile in tutto il mondo, nonostante la difficile congiuntura economica: anche negli Usa, dove ci sono grossi problemi, siamo in crescita». In realtà le vendite dirette negli Stati Uniti sono aumentate dell’1% (lo yen debole penalizza lo shopping dei turisti nipponici alle Hawai), mentre quelle canalizzate attraverso grandi magazzini e negozi specializzati sono calate dell’1%. In netto incremento, invece, Europa, Giappone e resto dell’Asia». Complessivamente i ricavi del gruppo Gucci — di cui fanno parte anche Ysl Beauté, Sergio Rossi, Boucheron, Bottega Veneta e Bédat & Co. — sono aumentati nel primo trimestre del 5,5% a 559,7 milioni di dollari, con un utile operativo di 71,5 milioni di dollari e netto di 55,9 milioni. www.ilsole24ore.com/finanza Mercoledí 20 Giugno 2001
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