Roma: Multe ai negozi aperti
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Multe ai negozi aperti "Mandatele alla Pisana" Ieri per la Liberazione centinaia di serrande alzate
ROMANA LIUZZO
Hanno aperto, nonostante un'ordinanza lo vietasse. Lo avevano annunciato e lo hanno fatto, gli oltranzisti della saracinesca selvaggia. «I negozi del centro storico e in particolare quelli di Fontana di Trevi dove c'è il cuore della protesta - spiega il leader di Quelli della Domenica Gianni Riposati - hanno lavorato perché la gente ha diritto di fare shopping, e soprattutto, chi ha voglia di offrire un servizio ha il sacrosanto diritto di farlo. Secondo la nostra stima sono rimasti aperti circa 500 negozi. Puntualmente sono venuti i vigili armati di blocknotes per i verbali, che noi respingeremo». Proprio così, perché le intenzioni dei multati («non abbiamo ancora il numero esatto delle contravvenzioni, ma ce ne sono state», dicono i vigili) sono tutt'altro che remissive. «Non appena arriveranno i pezzi di carta con le sanzioni (in base alla Bersani si va dai due ai sei milioni) li invieremo alla Regione. Noi non paghiamo una lira. In base alla legge nazionale, Roma è una città d'arte, e come tale può dare facoltà ai commercianti di lavorare in certe festività. Cosa che non ci è stata permessa nemmeno in una giornata come questa, a ridosso delle vacanze del ponte del primo maggio, un giorno in cui tantissimi romani e stranieri si sono riversati a passeggiare nel centro e anche in periferia». In verità, c'è chi aveva provato a venire incontro alle esigenze dei negozianti aperturisti, chi aveva capito che le loro richieste sarebbero state seguite da un'azione dimostrativa, ma senza ottenere grandi risultati. La categoria infatti sull'argomento appare spaccata e confusa. Il commissario Enzo Mosino in vista della Pasquetta, proprio su segnalazione della fronda più oltranzista, aveva lanciato l'idea di una deroga all'ordinanza del gennaio scorso (che prevedeva negozi chiusi a Pasqua, Pasquetta, 25 aprile, 2 e 29 giugno e 15 agosto). Niente da fare. In quel caso, Confcommercio e Confesercenti (almeno per una volta d'accordo), spalleggiate dai sindacati, bocciarono senza appello le richieste del commissario, che dovette rimangiarsi a malincuore il provvedimento. Dal Campidoglio infatti, ieri a tarda sera facevano sapere: «Il nostro appello ai commercianti perché tenessero aperti i negozi, evidentemente si basava sulla logica. L'adesione di ieri alla protesta è stata la dimostrazione. Ma d'altra parte visto il secco rifiuto in occasione della Pasquetta, non ce la siamo sentiti di reiterare la proposta. Perciò chi ha aperto (e la sensazione che si ha è che lo abbiano fatto in molti, in particolare nelle strade del Centro storico, nelle arterie commerciali e a Ostia), lo ha fatto a suo rischio e pericolo, sfidando la legge». Qualcuno ha osato di più. Ha addirittura affisso un cartello fuori del negozio, annunciando l'apertura del proprio esercizio commerciale nel giorno della Liberazione. Multa assicurata. Intanto ieri sera, l'associazione Quelli della Domenica, capitanata dal fornaio di Fontana di Trevi, Gianni Riposati, ha annunciato che questa mattina partirà un esposto contro la Regione «per inadempienza della legge nazionale».
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