Roma. Cortei in Centro, il sindaco chiede una tregua
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Martedì 8 Aprile 2003 |
TRAFFICO E DISAGI
Cortei in Centro, il sindaco chiede una tregua
Appello del Comune alla Cgil: riducete il percorso della manifestazione di sabato. La richiesta dei commercianti
di ELISABETTA CANTONE
Cortei più brevi, con percorsi definiti e il meno invadenti possibili per il centro storico. A cominciare da quello in calendario per sabato prossimo, promosso dal comitato Fermiamo la guerra. Walter Veltroni ne ha già parlato con il segretario della Cgil Guglielmo Epifani. Obiettivo: ridurre quanto più è possibile i disagi per i cittadini. Una richiesta, questa, dettata anche dalla necessità di venire incontro alle esigenze delle categorie produttive: ancora una volta ieri mattina, nel corso della riunione alla Camera di Commercio, quest’ultime hanno espresso preoccupazione per le continue manifestazioni che attraversano il cuore della Capitale. «È chiaro - ha spiegato il sindaco - che il clima di questo periodo si scarica su Roma, così come sta avvenendo in tutte le grandi metropoli del mondo. Proprio per questo motivo ho chiesto al segretario della Cgil di limitare un corteo che avrebbe attraversato tutta la città, anche se io non ho poteri in materia e posso esprimere un parere solo per quanto riguarda l’occupazione di suolo pubblico ma l’ultima parola spetta alla Questura».
Perplesso Stefano Bianchi, segretario della Cgil di Roma e del Lazio: «Capisco Veltroni, ha interpretato gli interessi della città come è giusto che sia. E lo ringrazio per la visibilità e il ruolo che ha voluto dare al nostro sindacato, ma in questo caso noi contiamo per uno: la manifestazione di sabato è nazionale ed è stata promossa anche dalla Cisl, dai partiti del centrosinistra e dai movimenti. Del resto si tratta di un appuntamento programmato da tempo e autorizzato dalla Questura, che dovrebbe stare a cuore a tutti perché gli effetti del conflitto in atto non risparmieranno nessuno».
Quanto alle lamentele dei commercianti, Bianchi sottolinea: «Quelli romani sono assai strani: prima protestano per il calo del turismo e dei consumi, poi alzano la voce contro le manifestazioni che si svolgono a Roma proprio per fermare la guerra. Se si sentono così colpiti, perché non mettono in bella mostra in vetrina la bandiera della pace? Forse in questo modo non ci sarebbe più bisogno di fare manifestazioni».
Al di là del corteo di sabato, vero è che Roma in quanto Capitale del Paese sopporta da sola tutti gli oneri che scaturiscono dal suo ruolo. Ruolo di cui il Campidoglio va fiero ma che, inevitabilmente, ha sulla città e i suoi abitanti ricadute sia in termini di disagio che economiche: 55milioni di euro, la spesa sostenuta l’anno scorso per far fronte alle duemila manifestazioni che si sono tenute nella Città Eterna. Cifra che nel 2003 è destinata a lievitare, visto che si va avanti con una media di un corteo ogni due giorni. Tra straordinario ai vigili e pulizia della città, ogni manifestazione costa più o meno 200mila euro: spesa che grava solo sul già decurtatissimo bilancio comunale, nonostante il fatto che da tempo l’amministrazione spinge sul governo affinché supporti il ruolo di Roma anche in termini economici.